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Cronaca

Palmanova è patrimonio dell’umanità

Palmanova è entrata a far parte del patrimonio dell’umanità, nell’ambito del sito “Le opere di difesa veneziane tra il XVI ed il XVII secolo”. Lo ha deciso a Cracovia il Comitato del patrimonio mondiale. Ed è subito entusiasmo per la proclamazione che giunge alla fine di un percorso iniziato per il Comune della città stellata 6 anni fa. 

Palmanova è entrata a far parte del patrimonio dell’umanità, nell’ambito del sito “Le opere di difesa veneziane tra il XVI ed il XVII secolo” di cui la città stellata fa parte. Lo ha deciso oggi, domenica 9 luglio, a Cracovia, il Comitato del patrimonio mondiale. Ed è subito entusiasmo per la proclamazione che giunge alla fine di un percorso iniziato per il Comune di Palmanova 6 anni fa. 

Il nuovo sito (che porta a 53 i siti italiani iscritti nella prestigiosa lista dell’Unesco) comprende le opere di difesa presenti a Bergamo, Palmanova e Peschiera del Garda, per l’Italia, Zara e Sebenico, per la Croazia, e Cattaro, per il Montenegro. “Questo riconoscimento – ha detto la presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, – è un risultato storico straordinario che riempie di orgoglio il Friuli-Venezia Giulia e l’Italia intera. È un risultato tanto più eccezionale in quanto frutto di una candidatura transnazionale che unisce l’Italia alla Croazia e al Montenegro, facendo del Friuli Venezia Giulia l’anello di congiunzione di un itinerario tra terra e mare che assegna all’Adriatico un valore unificatore”. Per Serracchiani, si crea “l’opportunità di ripristinare, nel segno della comune matrice storica, un itinerario europeo di elevato interesse culturale e politico, poiché anticipa nell’unione culturale l’ambizione di alcuni Paesi dell’area balcanica che da anni guardano con interesse all’ingresso nell’Unione europea”.

“Un momento storico per Palmanova. Entrare a far parte dei beni considerati patrimonio mondiale dell’umanità è riconoscere valore inestimabile alla cultura e alla storia della città stellata e affidarle al contempo il ruolo di portatrice dei valori universali dell’Unesco: pace, solidarietà, giustizia”: lo ha detto il sindaco di Palmanova, , commentando l’inserimento della città nel Patrimonio tutelato dall’Unesco. “Da oggi – ha aggiunto – amministratori e politici a tutti i livelli, oltre ai cittadini, hanno una responsabilità in più verso questa città, per conservarla e valorizzarla come merita. Lo eravamo prima, ma da oggi dobbiamo essere ancora più orgogliosi di Palmanova. Oggi festeggiamo questo traguardo, da domani dobbiamo metterci al lavoro per valorizzarlo. Questo successo è il risultato di un lungo e complesso lavoro d’equipe”.

Le architetture di difesa della Repubblica di Venezia sono opere di tipologia diversa – tra cui sistemi fortificati, città-fortezze, forti isolati – destinate a proteggere le attività commerciali sulla terraferma e in mare Adriatico. Vennero realizzate tra il XV e il XVII secolo. Furono erette a livello transnazionale per oltre 1.000 km. Erano formate da nove componenti (Bergamo, Peschiera del Garda, Palmanova e Venezia, Zara, Sebenico, Curzola, Castelnuovo e Cattaro), suddivise in tre stati (Italia, Croazia e Montenegro). La selezione di questi luoghi riflette la storica suddivisione dei domini veneziani in Stato di Terra (Italia) e Stato di Mare (Croazia e Montenegro), affacciati sul Mare Adriatico un tempo noto come “Golfo di Venezia”. L’interesse principale di Venezia era, infatti, proteggere le sue navi commerciali e le sue colonie portuali, in particolare

per il commercio con l’Oriente. I veneziani, con il nascere delle armi da fuoco, capirono che le mura medievali non avrebbero resistito ai colpi di artiglieria e, perciò vollero edificare nuove protezioni: i bastioni, ovvero colline di terra artificiali rivestite da pietra, molto più resistenti ai colpi di cannone. All’interno delle mura realizzarono basi militari, con uomini e armi che proteggevano i confini da attacchi e invasioni.

I primi commenti: “Un momento storico”. “Riempie di orgoglio l’Italia intera”

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