Abbonati subito per rimanere sempre aggiornato sulle ultime notizie
ChiesaFriuli Orientale

Più fondi per il duomo di Cividale. L’appello di mons. Carlino al Governo

A Cividale servono nuove risorse per mettere in atto le azioni di riduzione del rischio sismico e della vulnerabilità del duomo di Cividale (oltre che della vicina chiesa di San Martino, preclusa al culto ormai da tempo proprio per problemi di sicurezza), i fondi assegnati dallo Stato alcuni anni fa non bastano. Ecco allora che il parroco della città ducale, mons. Livio Carlino, ha approfittato della recente visita in città del ministro della cultura, Alessandro Giuli, e ha lanciato un appello al Governo. «Gli ho consegnato una lettera – spiega l’arciprete – con un riepilogo della situazione e con l’illustrazione dello stato di fatto». Per dar seguito a un’operazione avviata nel 2023 è infatti necessario un ulteriore finanziamento alla Soprintendenza del Friuli-Venezia Giulia. Le risorse ancora disponibili, rispetto agli importi destinati dal Ministero della cultura alle due chiese (due milioni e mezzo di euro per la basilica di Santa Maria Assunta, 900 mila per San Martino), non sarebbero sufficienti, a detta dei responsabili, per eseguire i lavori. Questo perché gran parte di quel denaro è stata infatti utilizzata per il rilievo delle criticità del duomo e per la progettazione delle operazioni da effettuare. «Con la somma rimasta – puntualizza il monsignore – si riuscirà a intervenire solo su una navata e sull’abside. È invece indispensabile mettere in sicurezza anche la copertura delle altre due navate e la facciata». «A parere degli esperti – prosegue il sacerdote – servirebbero ancora 3 milioni di euro per eliminare le maggiori criticità rilevate. Si deve poi portare a termine la pulitura delle pietre e della pittura nel presbiterio e nelle due cappelle laterali, attività che non rientrano fra le previsioni del finanziamento erogato. Ho ritenuto importante avanzare la richiesta al ministro Giuli anche in vista della ricorrenza, ormai non lontana, dei 500 anni dalla consacrazione del luogo di culto, avvenuta il 9 maggio 1529».
L’idea e l’auspico sarebbero dunque che entro tale data si fosse provveduto al consolidamento di Santa Maria Assunta. Un discorso analogo vale per la chiesa di San Martino, affacciata sul belvedere sul Natisone e proprio per tale motivo una delle più suggestive di Cividale.

In una prima fase i tecnici si erano concentrati su muri e colonne, successivamente sui pavimenti. Le analisi erano state eseguite tramite georadar, per sincerarsi delle condizioni del terreno e per verificare l’esistenza di eventuali cavità sotto la pavimentazione. I test avevano interessato pure le volte, il tetto e il campanile: anche per l’inizio di quei cantieri il monsignore si era visto costretto a rivolgersi al Ministero, perché i due contributi sopra citati erano fermi da anni. Per invocare lo sblocco dello stallo il parroco aveva scritto a Roma, proprio come si è visto costretto a fare adesso.
Anna Piuzzi

Articoli correlati