Mentre a Spilimbergo è in corso da settimane la mobilitazione che contesta la realizzazione di una traversa adiacente al ponte di Dignano e – con lo slogan “No diga, Tagliamento libero” – chiede «eco-manutenzione e rinaturalizzazione dell’alveo del fiume», gli assessori regionali all’Ambiente, Fabio Scoccimarro, e alle Infrastrutture, Cristina Amirante, nei giorni scorsi hanno fornito i dettagli tecnici di un’operazione che hanno definito «strategica per la mitigazione del rischio idraulico».
«Il ponte tra Dignano e Spilimbergo potrà essere una costruzione dall’alto valore ingegneristico» hanno evidenziato, spiegando che dovrebbe consentire di ridurre i rischi delle portate di piena tramite opere laminanti e che, nel contempo, garantirà una viabilità più agevole e snella, grazie a una sezione che risulterà adeguata a contenere il traffico in essere e che verrà affiancata da una pista ciclopedonale, «probabilmente a sbalzo e panoramica, a connessione delle due sponde».
Queste le ipotesi in campo delineate dalle Regione per un piano d’intervento definito insieme alla viceministra dell’Ambiente Vannia Gava, alla Regione Veneto e all’Autorità di bacino distrettuale, competente per la pianificazione strategica per la mitigazione del rischio idraulico del bacino idrografico del Tagliamento. Si tratterebbe, stando ai due esponenti della giunta Fedriga, di interventi che dovrebbero avere un impatto paesaggistico «irrilevante rispetto all’attuale situazione».
Di tutt’altro avviso sono però, appunto, gli abitanti di Spilimbergo. «Mettiamo sul tavolo fin da subito una proposta che riteniamo essere fondamentale – si legge nel volantino diffuso a Spilimbergo –: la costituzione di un ente regionale, con adeguato organico e finanziamento, che si occupi dell’ecomanutenzione sull’intero corso del fiume».
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