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Chiesa

«Rendere cultura l’incontro con Cristo». Intervista a Paolo Curtaz, ospite del convegno dei catechisti

«Un annuncio che incontra la vita. Riscoprire il Battesimo, porta della fede». Questo è il titolo del convegno catechistico diocesano, che domenica 28 gennaio vedrà riunirsi catechisti e catechiste di tutte le Parrocchie dell’Arcidiocesi di Udine. «L’incontro tra il Vangelo e la vita è un’istanza che i cristiani esplorano da sempre. Tutto scaturisce dall’incontro personale con il Signore». Parole che Paolo Curtaz, noto teologo e scrittore che il 28 gennaio sarà presente a Udine al convegno catechistico diocesano, ha rilasciato a Radio Spazio.

Paolo Curtaz, cosa significa oggi far dialogare il Vangelo e la vita?

«Tutto ciò che facciamo come Chiesa – la liturgia, la catechesi, eccetera – serve proprio a permettere l’incontro tra Cristo e la nostra vita. Questo nonostante tutto oggi sia più complesso e il mondo cambi velocemente: la sfida per la Chiesa è rinnovare questo incontro e renderlo un’esperienza sociale e culturale.»

“Riscoprire il Battesimo”. Perché è importante per un catechista?

«Ogni tanto è necessario tornare alle origini, come fa una coppia che riscopre il suo innamoramento iniziale. La riscoperta del Battesimo, di cui si sta parlando da tempo, può essere una strada per facilitare l’incontro tra Vangelo e vita, di cui parlavamo. C’è però una questione: tutti noi siamo stati battezzati da bambini, secondo la fede dei nostri genitori. Questa prassi causa una fatica successiva, che rende il catechismo quasi un “corso di recupero”: riscoprire il Battesimo come un percorso in cui liberamente si sceglie di essere discepoli significa tornare all’essenziale. E l’essenziale è riscoprirsi figli di Dio.»

Come aiutare anche i più piccoli a riscoprire il loro Battesimo?

«I ragazzi di oggi non sono gli stessi di cinque anni fa. Pensiamo all’influenza del digitale: ciò che i ragazzi imparano spessissimo passa dagli smartphone. Come catechisti possiamo riflettere sul fatto che davanti abbiamo bambini e ragazzi che stanno crescendo e che si fanno delle domande sulla propria vita. Una di queste domande la possiamo suggerire noi, chiedendo loro: “Ti piacerebbe diventare discepolo di Gesù? Cosa significherebbe per te?”»

A proposito di smartphone, spesso i catechisti evidenziano difficoltà a entrare in comunicazione con i ragazzi…

«Lo stesso problema ce l’hanno gli insegnanti, gli allenatori, eccetera. Ci rendiamo conto di non avere gli strumenti per comunicare con i più piccoli. Però dobbiamo ricordarci che il Vangelo non è una questione di tecnica o di comunicazione efficace, ma di verità. Per cui possiamo cercare le soluzioni migliori (ed è bene provarci), ma nessun social media può dare ai ragazzi l’amore che possiamo dare noi. Una delle cose che tiene in piedi il cristianesimo è proprio questo, l’amore di Dio. Lo stesso che siamo chiamati a diffondere grazie al nostro Battesimo.»

Chi è Paolo Curtaz

Classe 1965, Paolo Curtaz è noto al pubblico per le sue oltre cinquanta pubblicazioni in cui parla di spiritualità. I suoi libri, editi con le edizioni San Paolo, Paoline, Claudiana, Mondadori, Piemme e altri, hanno venduto oltre 250mila copie. Cura diversi blog e progetti digitali di spiritualità, tra cui passaparola.org.

Formato presso il seminario di Aosta, ha conseguito il Baccellierato in Teologia presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, sezione di Torino, nel 2008. Ha conseguito la Licenza di Teologia Pastorale presso l’Università Pontificia Salesiana nel 2010 e il Dottorato in Teologia Pratica presso la Facoltà Teologica di Lugano nel 2018.

Giovanni Lesa

 

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