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Bassa Friulana

San Giorgio di Nogaro. Per la Fraternita della Misericordia 300 mila chilometri di solidarietà

Nel variegato mondo del volontariato sociale, in particolare nella Bassa Friulana un posto d’onore spetta senz’altro alla Fraternita di Misericordia della Bassa Friulana, associazione che si appresta a celebrare i 40 anni di attività. Tanti, infatti, sono passati dall’assemblea tenutasi a San Giorgio nella quale un gruppo di giovani del luogo decise di dar vita ad un ”sodalizio di volontariato per lo svolgimento di opere di umana fraternità in ogni settore di intervento e di soccorso… senza fine di lucro e con esclusivo carattere di beneficenza”, e di aggregarsi, a tal fine, alle Confraternite della Misericordia d’Italia. Otto lustri trascorsi sempre con la medesima volontà di servire sempre meglio la comunità e arricchire il territorio, diffondendo lo spirito di servizio.

L’attività della Fraternita spazia dai trasporti socio-sanitari all’assistenza sportiva, dall’organizzazione di corsi di primo soccorso al servizio di ambulatori per autodiagnostica (a Carlino, Marano e Flambro), dalla collaborazione con il Comitato del Welfare per il sostegno ai marinai in transito a Porto Nogaro, fino a sinergie con altre associazioni, interventi umanitari per le popolazioni colpite da guerre (in Serbia e Kosovo) o in situazioni di calamità naturali, come le alluvioni in Piemonte e i terremoti in Umbria e Molise. Ma l’impegno è anche nella promozione di progetti, sostenuti dalla Regione, di cooperazione internazionale in campo sanitario.

«Il nostro – spiega il presidente del sodalizio, Lorenzo Mattiussi – è un volontariato che, affondando le radici nel clima spirituale e penitenziale del Medio Evo (fondato in Toscana nel 1244 ad opera di San Pietro Martire) nasce dal desiderio di dare risposte ai tanti bisogni delle persone sofferenti, ma anche dalla necessità, per il cristiano, di manifestare e rafforzare con le opere la propria fede, sull’esempio del Buon Samaritano e rifacendosi all’insegnamento di Gesù “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Il motto della nostra associazione – aggiunge Mattiussi – “Iddio te ne renda merito”, chiarisce l’atteggiamento col quale il nostro volontario compie la propria missione, in forma anonima (il cappuccio della divisa medievale non permetteva di riconoscere, e quindi di ringraziare, il volontario), gratuita e senza aspettarsi riconoscenza alcuna, ma al contrario con spirito di gratitudine verso il bisognoso che offre l’opportunità di compiere opere di carità cristiana».

È, dunque, un modo di fare volontariato che Mattiussi definisce non sempre facile, «che esige di avvicinarsi al sofferente per comprenderne le necessità rispettando sempre e comunque la sua dignità, e considerando il trasporto dei malati solo uno strumento per stare vicino alle persone in difficoltà. Siamo orgogliosi – rileva Mattiussi – delle radici cristiane del nostro sodalizio, che peraltro non impediscono l’accesso a nessuno, e ci sforziamo di salvaguardarle come il nostro valore più prezioso».

La Misericordia esprime, dunque, gratitudine per il servizio di assistenza spirituale prestato da don Elia Leita. Mentre attende, «con ansia e gioia», la visita dell’arcivescovo, mons. Riccardo Lamba, ad agosto (sabato 8): «Lo consideriamo un privilegio e uno sprone a continuare con entusiasmo il nostro lavoro», sottolinea Mattiussi.

Quello della Misericordia è, dunque, un volontariato che si sorregge su forti motivazioni personali, perché particolarmente impegnativo e coinvolgente dal punto di vista umano. Non attira facilmente i giovani, ammette Mattiussi, ai quali peraltro viene dedicata costantemente una particolare attenzione al fine di sensibilizzarli sul valore del volontariato.

Poi ci sono i numeri, presentati non senza un pizzico di orgoglio: 350 soci sostenitori, una sede a Villanova e una filiale a Flambro, 44 soci attivi e 5 dipendenti, 9 mezzi a disposizione (tra cui due ambulanze) per il trasporto di malati e disabili che percorrono 300 mila Km l’anno. Tutto ciò “parla” di un’associazione oltremodo vivace, ben radicata nel territorio e che può permettersi di guardare al futuro con sano ottimismo.

Flavio D’Agostini

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