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Santi Patroni, l’Arcivescovo: «Non le armi, non il potere, ma Gesù è la pace»

«Siamo qui per annunciare con franchezza e coraggio che solo Gesù Cristo può dare la vita vera per sempre. Solo lui è fonte di speranza per l’umanità tutta, nessuno escluso. E lo è in ogni fase della vita, dal concepimento fino alla morte naturale». Sono parole forti quelle con cui l’arcivescovo mons. Riccardo Lamba ha concluso l’omelia della solenne Santa Messa dei Patroni Ermacora e Fortunato, sabato 12 luglio in Cattedrale a Udine. La forza di quelle parole è sostenuta dalla testimonianza di chi – come Ermacora e Fortunato – ha «vissuto l’esperienza della persecuzione senza essere scoraggiati, lo sconvolgimento senza perdere la speranza, perché erano convinti che Colui che aveva risuscitato Gesù dai morti avrebbe fatto risorgere anche loro». La verità della fede annunciata con la libertà della speranza. È il quadro di Ermacora e Fortunato e di «tutti i martiri, pietre preziose scolpite dalla croce e dal martirio».

Non le armi, non il potere, non la comunicazione distorta, ma Gesù

Ma non è tutto: dal sangue versato da chi crede in Gesù viene un altro insegnamento, rilanciato dalle parole dello stesso Arcivescovo: «Siamo qui anche per sperimentare l’efficacia e l’attualità del messaggio pasquale, in un tempo in cui per tanti versi il messaggio evangelico pare insignificante», ha detto ancora mons. Lamba. «Davanti a messaggi apparentemente più efficienti, come quello del potere economico-finanziario, quello delle armi o di una comunicazione non di rado parziale, riduttiva, divisiva e manipolativa, noi siamo qui per annunciare con coraggio e franchezza che solo in Gesù Cristo possiamo trovare la pace».

In Cattedrale centinaia di fedeli

A differenza della celebrazione dei primi Vespri, segnata da una serata di temporali, per la Messa dei Patroni Ermacora e Fortunato la Cattedrale è gremita di fedeli. Molti i sacerdoti presenti e, tra le file dell’assemblea, le autorità civili – in testa il sindaco di Udine, Alberto Felice de Toni, con alcuni membri della giunta, e il questore Domenico Farinacci – e militari. Presenti anche i due ordini cavallereschi del territorio: il Sovrano militare Ordine di Malta e i Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Il gonfalone della città, essa stessa “protetta” da Ermacora e Fortunato, fa da sfondo all’ambone da cui vengono proclamate le letture in diverse lingue della Chiesa udinese: italiano, sloveno, friulano. La Cappella musicale della Cattedrale intona canti della tradizione udinese e non soltanto, culminando con la sequenza dei Patroni, in latino. Dopo la Messa, la benedizione della città sul sagrato con le reliquie dei Patroni accompagnata dal canto dell’inno del Giubileo “Pellegrini di speranza”.

La sera del 12 luglio il concerto e la consegna del premio “Cuore solidale”

Alle 21 la Cattedrale ospiterà un concerto in onore dei Santi Patroni, nel corso del quale sarà consegnato il premio “Santi Ermacora e Fortunato – Cuore solidale”, nella sua prima edizione, a Monica Salvadori Cavazzon. Il concerto sarà eseguito dai Pueri Cantores, dei Juvenes Cantores e della Cappella musicale della Cattedrale. Il concerto è offerto dal Comune di Udine. «Ringrazio mons. Luciano Nobile per l’iniziativa comune del “Premio Santi Ermacora e Fortunato”» ha affermato il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni. «Siamo onorati di celebrare con festa i patroni non solo della città, ma dell’intero Friuli. Ringrazio tutti coloro che ogni giorno si spende per la nostra città», ha concluso.

G.L.

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