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Internazionale

Stop alle armi da Trieste all’Egitto

Ok unanime del Consiglio regionale alla mozione del consigliere Honsell, realizzata col supporto di Tavola per la Pace Fvg

Fermare qualsiasi spedizione di materiale militare da Trieste all’Egitto e a qualsiasi altro Paese che violi i diritti umani. È la proposta contenuta nella mozione avanzata dal consigliere Furio Honsell (Open Fvg), realizzata con il supporto di Tavola per la Pace Fvg, e approvata all’unanimità in Consiglio regionale. Per Honsell “dal 2013 al 2020 il Governo italiano ha autorizzato vendite di armamenti militari all’Egitto per 2 miliardi e 33 milioni di euro, di cui 1.862,9 milioni (92%) nei soli anni 2019 e 2020”, l’Egitto è “diventato il primo destinatario di armi di produzione italiana”.

La questione, ha detto Honsell, va analizzata “con attenzione” considerando che “la vicenda Regeni attende ancora verità e giustizia”: “negli ultimi vent’anni il nostro Paese ha esportato nello stato nordafricano 230 milioni di armi leggere e munizioni, di cui praticamente la metà nei soli anni 2020 e 2021 e che la quasi totalità di materiali non soggetti alla legge 185/1990 (computer, unità periferiche, strumenti di misurazione, navigazione e orologi) sono partiti da Trieste”.

Sul tema è intervenuto Claudio Giacomelli (FdI), che ha definito “la vicenda Regeni come una tragedia terribile sotto diversi punti di vista”, analizzando “anche il crescendo di vendita di armi dall’Italia all’Egitto che ha avuto il suo record durante il governo giallorosso e che con il mandato a Draghi sta, fortunatamente, diminuendo. L’auspicio è che questa inversione prosegua anche con la premier Meloni”.

Secondo Chiara Da Giau (Pd), “se vogliamo una costruzione seria e duratura della pace, dobbiamo pensare ad azioni di smilitarizzazione e di cessazione del mercato delle armi, strumenti di morte dalle conseguenze terrificanti”. Per Da Giau è “intollerabile che l’Italia guadagni vendendo armi all’Egitto, nazione che si è resa responsabile di un crimine efferatissimo nei confronti di un nostro corregionale e che addirittura sta bloccando pretestuosamente il processo che porta all’attribuzione di queste colpe”.

Infine Ilaria Dal Zovo (M5S): “Da cittadini di questa regione dobbiamo mandare un segnale e far sentire la voce e l’indignazione di questa Aula in merito al caso Regeni: quello che vogliamo è giustizia”. 

   

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