Il presepio e la sua semplice e antica bellezza – quella del profumo di muschio fresco e ogni anno rinnovato – che oggi si scontrano con una visione spesso consumistica del Natale. È quanto racconta “Nadâl. Stupor mundi”, il nuovo spettacolo prodotto dal Teatro Incerto con il Css Teatro Stabile di Innovazione che debutterà giovedì 4 dicembre alle 20.45 nel tendone riscaldato accanto alla chiesa di Varmo (in caso di maltempo lo spettacolo verrà rinviato). In scena ci sarà un inedito trio d’attori, che accanto a Elvio Scruzzi e Claudio Moretti questa volta vede l’attrice friulana Flavia Valoppi. «Fabiano (Fantini, il terzo attore componente dell’Incerto) – racconta Claudio Moretti – ha voluto prendersi una pausa e questa volta è con noi Flavia Valoppi, fondatrice con me del Teatro Incerto, la quale, dopo aver lavorato per molti anni in giro per l’Italia è da un po’ tornata in Friuli. Con lei abbiamo fatto già diversi lavori ed ora ci ha proposto di realizzare questo spettacolo dedicato la Natale».
«Il Presepe – scrive Flavia Valoppi presentando il lavoro – con la sua ricca storia e il suo profondo significato, rimane un elemento fondamentale della cultura italiana e un fenomeno globale di straordinaria portata. Dalla sua umile origine in una grotta di Greccio alla sua diffusione mondiale, il Presepe continua a ispirare e meravigliare persone di tutte le età e provenienze. Ma più passano gli anni più il “teatrino natalizio” si smonta, c’è sempre meno interesse a tener vivo il significato profondo della festa più bella e più attesa dell’anno, il mondo moderno ha come fine il consumismo e tutto si trasforma in una corsa agli acquisti scintillanti».
Come, allora, tenere viva questa tradizione nella sua dimensione più vera, intima e familiare? In scena ci provano tre personaggi: il “visionario” (Moretti), che inventa progetti irrealizzabili, l’”entusiasta” (Valoppi) e lo “scettico” (Scruzzi), che mette in discussione le proposte dei “colleghi”. Il progetto del “visionario”, racconta Moretti, è proprio quello di «creare un “Presepe vivente” che metta in scena il viaggio di Giuseppe e Maria in un Friuli che diviene metafora della Palestina: la Carnia è la Galilea, mentre il Tagliamento se è in piena rappresenta il Giordano, se è a secco un deserto».
Come sempre non manca la comicità nei contrasti tra i personaggi. «Lo “scettico” – prosegue Moretti – tradizionalista com’è non può accettare che per il bambino si prenda il figlio di una coppia di marocchini, che sarebbe disposta a farlo partecipare. Secondo lui così si rovinerebbe la tradizione. E neppure una bambina gli va bene. “Gesù bambino è sempre stato maschio fin da quando è nato”, protesta lo scettico. Quindi sì – anticipa Moretti – c’è comicità. E ci sono anche alcune citazioni del Protovangelo di Giacomo, come la meravigliosa descrizione della sfera celeste che si blocca alla nascita del bambino».
«Tra situazioni comiche e paradossali – aggiunge Valoppi – i tre protagonisti cercano a tutti i costi di presentare il loro Presepe vivente, nonostante le difficoltà e i vincoli che devono superare perché, per loro, accendere le luci del Natale è sempre un momento coinvolgente e magico».
Nel costruire lo spettacolo, Moretti, Scruzzi e Valoppi hanno utilizzato le suggestioni di quando erano piccoli, con «il parroco – ricorda Moretti – che ci faceva disporre le statue, la raccolta del muschio sempre fresco. Il contrario di quanto accade oggi, con l’albero di Natale che si mette nel nylon per utilizzarlo l’anno dopo. Per il mio personaggio fare il Presepe è costruire qualcosa di vivo, che rappresenta una nuova vita». E che stupisce nella sua semplicità. Di qui il significato del titolo: “Stupor mundi”. «Lo spettacolo vuole essere un messaggio contro il consumismo e l’obbligo dei regali». Qual è allora lo “stupor” che porta il Natale? «La relazione tra le persone – risponde Moretti – la semplicità, il condividere. Di questo abbiamo bisogno. E volendo tutti abbiamo vicino a noi tante cose di cui possiamo meravigliarci».
Dopo il debutto, lo spettacolo verrà replicato il 20 dicembre a Rigolato, il 27 a Moruzzo, il 28 a Pocenia, il 30 a Rive d’Arcano, il 2 gennaio a Dignano, il 3 a Ragogna e il 4 a Chiusaforte.
Storia tragicomica di un presepio vivente sulle strade del Friuli













