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Suor Fabrizia, suora da 57 anni. «La mia vita è gioia, lo potrei gridare»

In lontananza l’allegro vociare dei bambini del doposcuola da poco terminato, ma la voce di suor Fabrizia Baldo non è meno squillante e gioiosa. «Sarà perché davvero posso dire che la mia vita è bella – esclama –. Mi sento pienamente contenta, lo potrei gridare!».

Classe 1947 – 57 anni da suora, tiene a precisare – è originaria della provincia di Trento (Aldeno), ma ha trascorso gran parte della sua vita in Friuli-Venezia Giulia. Si è dedicata a lungo all’insegnamento (prima a Trieste e poi a Udine alla Dimesse). Da 13 anni opera nella Collaborazione pastorale di Basiliano. Insieme a suor Antonietta e suor Daniela offre un servizio prezioso nel catechismo e nel doposcuola, nelle visite ai malati, in generale nella pastorale, ed è anche delegata diocesana Usmi (l’organismo che coordina gli Istituti di vita religiosa femminili) e membro dell’équipe diocesana per la catechesi.

«Man mano che sono cresciuta in età, è anche cresciuta dentro di me la consapevolezza del significato della chiamata alla vita religiosa – ha raccontato in un’intervista ai media diocesani –. All’inizio rispondi a un impulso, a un desiderio di bene per gli altri. Poi capisci che il centro della tua vita è il Signore e man mano che comprendi di essere amata e condotta da Lui, aumenta il tuo “gustare” la chiamata e il desiderio di testimoniare la gratuità dell’amore di Dio agli altri».

La vocazione di suor Fabrizia è maturata quando, 17enne, la giovane frequentava il liceo e poi si è irrobustita «tra una crisi e l’altra», racconta lei stessa, negli anni dell’Università (frequentata già con l’abito). «Non sono mancate le rinunce – confida –, ma è anche grazie a queste che si prende consapevolezza che la vita religiosa è qualcosa che ti impegna totalmente, e che non lascia spazio per altri tesori: l’unico tesoro è il Signore».

«A differenza della clausura, in cui tu in qualche modo sei anche protetta dal mondo – prosegue suor Fabrizia –, la nostra è una vita che richiede di trovare continuamente un equilibrio tra il mondo, che entra anche in te, e l’esigenza di una vita spirituale vera. In una società che sempre di più offre modelli basati sul possedere, la nostra sembra una vita a perdere, ma non è così! Io sento che la mia vita è andata realizzandosi in maniera sempre più piena, non secondo i miei criteri, ma secondo il progetto di Dio».

Suor Fabrizia non è spaventata dal calo di vocazioni femminili registrato anche in diocesi, percepisce invece quello attuale come un momento di conversione. «È vero che ci stiamo riducendo, ma io penso che sia il Signore che fa la storia. Forse in questo momento è necessaria una purificazione anche della vita religiosa, forse dobbiamo crescere in qualità, preoccupandoci non delle opere e dei numeri, ma della forza della nostra testimonianza. Penso che dentro a questo calo di vocazioni noi dobbiamo cogliere che cosa ci vuole dire Dio. Egli saprà portare avanti la vita religiosa, che è un grande dono nella Chiesa».

Un approfondimento sul tema delle vocazioni femminili si può leggere sulla Vita Cattolica del 1° ottobre 2025

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