Il percorso musicale dell’ultimo appuntamento dell’edizione autunnale di “Serate d’organo” previsto per giovedì 23 ottobre presso le chiese della Parrocchia di S. Quirino in Udine, vede l’organista Daniele Toffolo assieme al violinista Oscar Pauletto impegnati in un excursus che a partire dai fasti dell’epoca barocca giunge fino alle ricerche musicali dei giorni nostri.
Nella chiesa antica innanzitutto verranno proposti due autori che in qualche modo hanno un collegamento dato loro post mortem da un fatto storico: molte delle Invenzioni per violino e basso continuo di Francesco Bonporti sono state a lungo (fino ai primi del Novecento) attribuite a Johann Sebastian Bach. Del grande tedesco comunque riportano la freschezza dell’inventiva e l’articolazione delle melodie in funzione della ricca armonia. Dopo l’Invenzione in sol min. op. 10 n. 4 di Bonporti, il Preludio e Fuga in do min. BWV 549 di Bach per organo, costituisce un esempio dove estro improvvisativo nel Preludio e rigore contrappuntistico nella Fuga si fondono in un mirabile dittico dotato di senso della misura ed equilibrio formale.
Nella chiesa nuova il repertorio attraverso il Romanticismo si spinge poi verso il Novecento e oltre, fino a toccare la produzione dei nostri giorni.
Con l’Ouverture da “Sechs Stucke” op. 150 per violino e organo di Joseph Rheinberger abbiamo un esempio di camerismo tedesco, intriso ancora di sapore bachiano e forme classiche. Con Marco Enrico Bossi (di cui ricorre quest’anno il centenario della morte) tre pezzi caratteristici: il sognante Adagio op. 84 per violino e organo, incastonato fra due brani per solo organo (la suggestiva Ave Maria op. 104 n. 2 e il virtuosistico Scherzo in sol min. op. 49 n. 2).
Segue Ricercare di Daniele Toffolo (qui nel duplice ruolo di organista e compositore), che nelle parti estreme intende rendere omaggio alla tradizione contrappuntistica italiana antica del Ricercare con l’obbligo della quinta parte, mentre nella sezione centrale intende esplorare le possibilità coloristico-espressive dello strumento solista.
Dopo un altro momento di organo solo con la Partita op. 135 (su un canto popolare olandese) del belga Flor Peeters, la conclusione del percorso con i fantasmagorici Trois Mouvements del francese Jehan Alain, in cui l’ambientazione modale ed un velato soffuso lirismo la fanno da padrone.