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Agricoltura

Uve, più 10%. E la qualità è buona

È iniziata la vendemmia e le previsioni mettono in conto un incremento del 10 per cento sul raccolto 2024. La qualità? È buona, se non ottima. La vendemmia dell’anno scorso aveva risentito dei danni delle grandinate del 2023 e della siccità estiva, soprattutto nelle ultime settimane a ridosso della raccolta, coi quantitativi rivendicati che si erano attestati sui livelli del 2023. Gli impianti si sono ripresi dai danni da grandine di 2 anni fa e la maggiore disponibilità di acqua in questa stagione ha favorito una produzione superiore alle ultime due annate.

Dai 3 milioni e 455 mila quintali del 2023 si è passati ai 3 milioni e 638 mila del 2024, quindi quest’anno è probabile che si arrivi a quota 4 milioni. Stima opposta per l’uva biologica: «La gestione dei vigneti risulta essere sempre più difficoltosa, in presenza di annate con andamento climatico altalenante e a seconda delle varietà interessate», sottolineano gli analisti dell’Istituto Crea (Consiglio per la ricerca in Agricoltura). Nei giorni scorsi, dunque, sono stati raccolti i grappoli delle varietà utilizzate per i vini frizzanti, le cosiddette “basi spumate”.

Da lunedì 25 si è proceduto con le altre. Martin Figelj, presidente regionale di Coldiretti, è fiducioso: «Abbiamo avuto dei mesi all’inizio molto caldi, poi un luglio un po’ anomalo con diversa piovosità, quindi l’impegno da parte dei nostri viticoltori è stato enorme per arrivare a questo punto: con una quantità e soprattutto una qualità delle uve veramente molto interessante, rispetto alle due annate precedenti in cui abbiamo avuto dei cali del 20-30%». In ogni caso – precisa ancora Figelj – la situazione non è uniforme sul territorio in quanto, al netto delle grandinate che hanno colpito alcuni comuni del medio Friuli e della Bassa, vi sono varietà Tocai friulano in particolare che quest’anno presentano una resa significativamente ridotta, specie nelle aree collinari.

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