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Chiesa

Venerdì Santo. «La Passione, dono d’amore incondizionato»

Quanta sofferenza, quanta morte, quanto dolore ancora oggi nel mondo. Ma la Pasqua che arriva ci ricorda una volta di più che Dio non si è allontanato da noi. La sofferenza dell’umanità è raccolta nella sofferenza di Gesù Cristo che continua ad accompagnare i passi faticosi e dolenti di ogni uomo, Gesù che si pone al fianco dell’umanità peccatrice e bisognosa, obbedendo fino in fondo alla missione del Padre.

Ed ecco la luce straordinaria della vittoria pasquale, la resurrezione del Figlio di Dio. «La vita che trionfa a Pasqua è la vita che si è fatta dono incondizionato, una vita spesa nella fede, nell’obbedienza e nell’amore», ricorda il biblista don Stefano Romanello in un’ampia intervista pubblicata sulla Vita Cattolica del 27 marzo 2024 di cui qui riportiamo alcuni stralci.

don Stefano Romanello

«Gesù è ben consapevole che andando a Gerusalemme va incontro alla sua morte – spiega don Romanello –, e lo annuncia ripetutamente ai suoi». Qual è dunque il progetto di Dio? «Dio non vuole il sangue del Figlio – chiarisce il biblista –, infatti artefici della sua morte sono gli uomini. Ma di fronte all’assurda trama omicida umana, chiede al Figlio di essere obbediente sino in fondo alla sua missione, che è stata quella di rivelare un Dio interamente partecipe e unito alla vicenda umana per amore. E l’amore di Dio rimane tale anche quando è rifiutato e crocifisso. Gesù avrebbe potuto sottrarsi dalla croce, ma in tal modo avrebbe presentato un Dio la cui dedizione all’umanità è parziale e condizionata. O avrebbe potuto scendere dalla croce, ma in tal modo avrebbe utilizzato le proprie prerogative divine in termini di autoconvenienza personale…». Gesù muore dunque «solidarizzando con l’umanità vittima della violenza e dell’emarginazione, fa propria la sua sofferenza e in tal modo ripercorre la logica della testimonianza di fede nella Bibbia».

Ecco, dunque la portata della resurrezione. «Non perché Dio, per così dire, “metterebbe a posto qualcosa che è andato storto”, ma perché con essa dimostra la verità di una vita spesa nella fede e nell’amore. La vita che trionfa a Pasqua è la vita che si è fatta dono incondizionato, sino a una morte in croce. In tal modo Cristo ci rende partecipi della sua obbedienza e della sua vittoria pasquale, su tutte le forme di peccato e sulla morte.

Non a caso celebreremo la Resurrezione, nella solenne Veglia, rinnovando le promesse del nostro battesimo, che è il gesto sacramentale che realizza la nostra unione con Cristo e il suo percorso pasquale di dono di amore e di trionfo della vita».

Valentina Zanella

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