Un impianto innovativo per la cura della degenerazione maculare legata all’età, che è una maculopatia molto comune e la principale causa di cecità in Italia, è stato di recente ricevuto da quattro pazienti alla Clinica Oculistica Universitaria dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine. «Si tratta di un’autentica rivoluzione nella cura di questa patologia – spiega Paolo Lanzetta, direttore della Clinica Oculistica e figura di spicco in ambito oftalmologico internazionale –, poiché consente di rilasciare gradualmente nel tempo un farmaco salvavista, evitando le frequenti iniezioni intraoculari cui questi pazienti dovrebbero altrimenti sottoporsi».

Intervistato ai microfoni di Radio Spazio, Lanzetta ha spiegato cos’è la degenerazione maculare legata all’età e a quali sintomi fare attenzione. Tra questi «visione offuscata, difficoltà soprattutto nella lettura e nel riconoscere i volti anche dei propri cari e durante la lettura; ad esempio la percezione di linee distorte, ondulate(metamorfosia)». Grazie a farmaci di ultima generazione, ha spiegato il primario, «si è ridotta di molto la frequenza con cui i pazienti devono venire nelle strutture ospedaliere per ricevere l’iniezione». Purtroppo ci sono comunque dei pazienti che hanno necessità di ricevere il trattamento con una frequenza ancora elevata (ogni mese, ogni due o tre mesi…) «Ed è questo il motivo per cui stiamo studiando questo impianto innovativo, chiamato PDS “Port Delivery System”», ha spiegato il medico. Si tratta di un dispositivo «che viene impiantato nella sclera dell’occhio (la parte bianca, esterna) e che contiene il farmaco, quindi ne permette una somministrazione continua. È inoltre ricaricabile periodicamente». Per i pazienti significa «meno stress, minori accessi ospedalieri e una qualità di vita sensibilmente migliore».
Il prof. Lanzetta ha illustrato infine i “capisaldi” della prevenzione e quando è bene recarsi dall’oculista, spiegando che «dopo i 40 anni possono insorgere patologie oculari quali forme di glaucoma che purtroppo nella maggior parte dei casi non presentano dei sintomi specifici e possono perciò essere diagnosticate solamente dallo specialista, in primis misurando la pressione dell’occhio». La popolazione diabetica, in particolare, deve avere un occhio di riguardo verso la propria salute visiva «perché la retinopatia diabetica – ha spiegato ancora Lanzetta – è la principale complicanza della malattia diabetica».
L’intervista completa si può leggere sulla Vita Cattolica del 25 giugno 2025