“Terra Santa: identità dei due popoli principali che vi abitano”. È questo il titolo dell’incontro in programma venerdì 4 luglio nella chiesa di Malborghetto, con fra Massimo Luca, docente allo Studio biblico francescano di Gerusalemme.
«Un viaggio di 36 ore per rientrare in Italia allo scoppio della guerra»
Fra Massimo, francescano originario di Aiello, vive dal 2002 a Gerusalemme, dove è docente allo Studium Biblicum Franciscanum e formatore di guide spirituali di Terra Santa. La data fissata per il suo rientro in Italia da Israele ha coinciso con l’attacco all’Iran, il 13 giugno. «È stato un viaggio rocambolesco, durato 36 ore – ha raccontato il religioso a Radio Spazio e Vita Cattolica (sul numero del 25 giugno 2025) –. Un viaggio sotto i bombardamenti israeliani e iraniani». «Un mio confratello, che si trovava già all’aeroporto, in attesa di imbarcarsi, appena saputo del blocco aereo, mi ha contattato per avvisarmi – ha continuato –. Dalla Farnesina, invece, non avevamo ricevuto nessuna informazione. Da qui è cominciata la mia piccola odissea».
«Già nei giorni precedenti all’inizio della guerra c’erano allarmi missilistici – ricorda fra Massimo –: tutta la popolazione riceve l’alert sul telefono e ha pochi minuti per cercare riparo. Poi suonano le sirene. Il pericolo non è solo il punto di impatto del missile, perché viene distrutto in aria dall’Iron Dome, però sono anche i detriti che creano problemi, si rischia di essere feriti. Quando il missile viene fermato, lo scoppio è molto rumoroso: i vetri delle case vibrano, le porte degli edifici vibrano, anche a Gerusalemme. Era quasi impossibile dormire, negli ultimi tempi».