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ChiesaGiubileo 2025

«Follower di Gesù». Anche tre friulani a Roma per il Giubileo dei missionari digitali

Roma caput mundi. E caput Jubilaeum. Mentre la città eterna è protesa a quello che con ogni probabilità sarà l’evento più partecipato dell’Anno santo – il grande Giubileo dei giovani –, lunedì 28 e martedì 29 luglio la città si prepara ad accogliere un altro appuntamento giubilare, più piccolo nelle dimensioni (coinvolgerà “solo” un migliaio di persone, da “appena” 56 Paesi) ma capace di inondare di speranza i social media e i canali digitali in tutto il mondo. È il Giubileo dei missionari digitali, “protagonisti” di quella che può essere definita come la più recente tra le frontiere di missione, che vede persone in tutto il mondo – non soltanto preti, ma anche tantissime religiose e, per la maggior parte, laici e laiche – annunciare il Vangelo tra Instagram, TikTok, WhatsApp e compagnia. A questo evento parteciperanno anche tre friulani: il seminarista Simone Clavora, il giovane videomaker Federico Muzzolini e il responsabile della comunicazione diocesana Giovanni Lesa.

Le aspettative. Il digitale interroga la Chiesa

Simone Clavora

«Soprattutto grazie al contatto coi ragazzi e i giovani, mi rendo conto che i social e la rete sono sempre più uno strumento accattivante e, spesso, anche convincente dell’evangelizzazione». È una constatazione chiara, quella di Simone Clavora, alla vigilia della partenza per Roma. «Spero che il Giubileo dei missionari digitali possa essere l’occasione fruttuosa di incontro e confronto con chi già vive con dedizione questo nuovo servizio al Vangelo. Mi auguro che grazie a questo nuovo sguardo e queste nuove prospettive anche l’esperienza semplice (e a volte limitata) delle nostre comunità possa scoprire linguaggi nuovi». Clavora ha appena concluso il primo anno di studi teologici al seminario di Castellerio: «Nell’esperienza del discernimento e della vita in seminario il mondo dei social può rappresentare un aggancio prezioso, una provocazione o uno strumento leggero ma pungente per attirare l’attenzione e coinvolgere i giovani. L’incontro dello scorso anno con figure molto attive in questo campo come Nicola Camporiondo (ospite a Udine a ottobre 2024, ndr) o don Alberto Ravagnani (a Lignano per il Capodanno di Fraternità 2024, ndr) mi ha permesso di accorgermi come oggi la Chiesa sia chiamata non solo a fare uso delle nuove tecnologie, ma a calarsi in questa nuova realtà con l’energia sempre nuova e giovane del Vangelo. In questo modo, anche sui social, i cristiani possono vivere con impegno autentico la missione del Vangelo che ci chiama ogni giorno a trovare strade nuove verso tutti i fratelli».

Federico Muzzolini

Federico Muzzolini, dal canto suo, parteciperà nel gruppo di cento giovani che, da tutta Italia, hanno seguito il progetto “Shine to Share” per raccontare la Chiesa sui social media. «Mi aspetto una Chiesa nuova, con il coraggio di spingersi verso il moderno», afferma. «Una Chiesa che non parla “ai” giovani, ma “con” i giovani: che li ascolta, li accoglie e li coinvolge davvero, anche nelle scelte e nella comunicazione».

«La missione digitale è un’opera nata spontaneamente tra chi ama Gesù» osserva mons. Lucio Adrian Ruiz, argentino, segretario del Dicastero per la comunicazione e principale organizzatore di questo speciale Giubileo. «Spesso questo tipo di comunicazione social viene giudicata poco profonda. Nessuno, certo, immagina che Instagram possa cambiare la vita ma sicuramente può rappresentare un primo approccio, una finestra aperta sui problemi dei nostri fratelli e delle nostre sorelle». Una finestra a cui la Chiesa si affaccia a piccoli passi, ma senza timore.

Il programma

Il programma del Giubileo dei missionari digitali prevede gli interventi di diversi ospiti, tra i quali i cardinali Pietro Parolin e Luis Antonio Tagle, mons. Rino Fisichella, padre Antonio Spadaro. Martedì – poche ore prima dei giovani dell’Arcidiocesi di Udine – i missionari digitali vivranno il pellegrinaggio alla Porta Santa e la Santa Messa a San Pietro, cui seguirà la consacrazione a Maria della missione digitale. La sera di martedì 29 luglio l’evento si concluderà con il “Festival degli influencer cattolici”, una serata di musica e testimonianze sul rapporto tra fede e digitale a cui, peraltro, potrà prendere parte anche il gruppo diocesano udinese presente al Giubileo dei giovani.

Partecipanti da tutto il mondo

Scorrendo la presentazione dei partecipanti sul sito ufficiale dell’evento, www.digitalismissio.org, salta all’occhio la presenza massiccia di partecipanti dall’America Latina, l’area in cui la Chiesa ha investito con più energia in questa nuova frontiera missionaria. Sono giovani e meno giovani, preti, religiosi e religiose, ma anche moltissimi laici. Vi sono alcuni “influencer” (ma il termine va preso con le pinze) da Corea del Sud, Libano, Filippine, Bangladesh, Cambogia, Stati Uniti. Più limitata la presenza africana ed europea, nonostante un nutrito gruppo di italiani. I più conosciuti sono senza dubbio i vari don Alberto Ravagnani, don Cosimo Schena, suor Alice Callegari, Nicola Camporiondo, Rosy Russo, Alumera, Pietro Calore (“Fantascienza cattolica”), Emanuele Magli (“Religione 2.0”), Francesca Parisi. Tutti uniti da una “missione”: abitare l’ambiente e la cultura digitali con lo stile del buon samaritano.

«Follower di Gesù» anche con la musica

Intanto il Giubileo dei missionari digitali ha anche un suo inno: si intitola Todos (Tutti) ed è disponibile su YouTube e sulle principali piattaforme (ovviamente digitali) di musica. Cantato in sei lingue (la voce italiana è quella di Francesco Lorenzi dei “The Sun”), come dice il titolo è rivolto a tutti coloro che vogliono diventare «follower di Gesù». Che altro non è se non la versione digitale – o forse un suo inizio, un germoglio – del discepolato cristiano.

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