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Quando a Platischis eravamo in 700. Il docufilm alla festa del paese

«Le contrade piene di bambini», «un paese intero che partecipava insieme a tutto», «le campane che suonavano ogni qualvolta succedeva qualcosa», «la povertà», ma anche «l’aiuto vicendevole tra le famiglie», «la gioia di ritrovarsi, specie nelle lunghe serate invernali», «la recita del “Credo” vicino alla porta di casa quando scoppiava una tempesta affinché cessasse e non distruggesse le semine». È un fiume in piena suor Antonia Cuffolo, quando le chiediamo di raccontarci come si viveva negli anni ‘40 e ‘50 a Platischis, il paese dov’è nata nel 1941.
Religiosa della Congregazione delle Figlie di Sant’Eusebio di Vercelli, attualmente impegnata nelle attività caritative di una parrocchia di Milano, suor Antonia da cinque anni torna regolarmente a Platischis per trascorrere un periodo di ferie nel mese di agosto. E non è l’unica. D’estate sono numerosi gli emigrati o i loro figli che dai luoghi in cui ora vivono – Torino, Milano, la Svizzera, la Francia, anche il Brasile – nei mesi di luglio e agosto rientrano nel paesino delle Valli del Natisone in comune di Taipana, che oggi conta appena 24 abitanti, a fronte dei ben 700 che vi risiedevano nella prima metà del ‘900. Proprio ad una decina di questi emigrati – tra cui anche suor Antonia – sono state fatte delle interviste contenute nel docufilm dal titolo “Perché io sono Platischis – Nelle voci i ricordi di un tempo”.
Realizzato da Andrea Marmai e Ivano Sebastianutti, con il sostegno della Pro loco, verrà proiettato in anteprima giovedì 21 agosto, alle ore 21, nell’ambito di “Platischis in festa 2025”, la manifestazione organizzata dalla Pro loco che si svolgerà fino a domenica 24 agosto, tra incontri, gochi, chioschi con piatti tipici del luogo e che culminerà, proprio domenica 24 agosto, alle 16.30, con la celebrazione dei 150 anni della fontana del Korito, simbolo di Platischis.

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