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Codroipo e San Daniele. Salute mentale, inclusione lavorativa premiata

Salute mentale e inclusione lavorativa. Un connubio che ha fruttato una prestigiosa certificazione internazionale – denominata Fidelity – al Dipartimento di Salute mentale dell’AsuFc (Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale), premiando così la collaborazione con il Consorzio di cooperative sociali “Il Mosaico” (con sede a San Vito al Torre), da oltre 20 anni operativo sul territorio friulano con percorsi di inclusione sociale e lavorativa.

Ma dietro al “premio”, riconosciuto in particolare ai Centri di Salute mentale di Codroipo e San Daniele del Friuli, sono i numeri a parlare: nel corso del 2024 sono stati 67 gli utenti che hanno trovato lavoro su 114 e tra loro 42 sono le donne e 25 gli uomini. Una percentuale del 58%, considerevole se raffrontata ai risultati del mercato libero che si attestano sotto il 10%.

In dettaglio, la prevalenza sono contratti a tempo determinato, con inserimenti part-time; le fasce più rappresentate sono giovani adulti (18-34 anni) e le persone tra i 35 e i 50 anni.

L’applicazione del Metodo IPS (Individual Placement and Support) – modello internazionale che sostiene l’inserimento lavorativo in sinergia tra pubblico e privato – in concreto significa orientamento professionale, stesura del curriculum, preparazione dei colloqui fino all’accompagnanemto diretto in azienda. Il metodo, messo a punto negli Stati Uniti negli anni ‘90, si sviluppa a partire da un principio: chiunque desideri lavorare può farlo, senza che questo sogno possa essere precluso da diagnosi, limitazioni cognitive o storie di disagio.

E in questa direzione, grazie alla certificazione, il Friuli si conferma un punto di riferimento positivo. «Non si tratta solo di un risultato tecnico – ha affermato Luca Fontana, presidente del Consorzio “Il Mosaico” –; è la dimostrazione che il lavoro può essere parte integrante del percorso di cura e di guarigione, restituendo dignità e autorealizzazione alle persone, generando benefici per l’intera comunità».

«I risultati finora raggiunti – aggiunge Marco Bertoli, direttore del Dipartimento Dipendenze e Salute mentale dell’AsuFc – sono un motivo necessario e corroborante per ottenere ulteriore benessere e prospettive di vita migliori per tutti coloro che, per vari motivi, vivono delle difficoltà. Proprio grazie a questi traguardi, i servizi di salute mentale sono oggi ancora più impegnati a sviluppare e consolidare la metodologia IPS».

Monika Pascolo

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