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Ucraina, Russia, Palestina, Israele, note di pace a Udine l’8 novembre

Quattro violinisti – uno russo, uno ucraino, uno palestinese, una israeliana – riuniti per suonare assieme e per dire, tramite la musica, che la pace è possibile, anche tra popoli che si stanno combattendo nei due sanguinosi conflitti in Ucraina e a Gaza. Succederà a Udine, sabato 8 novembre, nel “Concerto per la pace. Al di à di ogni odio” in programma allo Spazio Venezia di via Giani Stuparich alle 20.30.

A promuovere l’evento – unico in Italia – è stata Gabriella Carli, direttrice d’orchestra originaria di Trieste, da anni attiva a Zurigo, che, assieme al Gruppo strumentale veneto “F. Malipiero”, aveva già proposto il concerto a giugno 2024 a Lucerna, in occasione della conferenza internazionale sulla pace in Ucraina.

Per l’appuntamento udinese, organizzato dall’associazione svizzera “Risorgi”, fondata dalla stessa Carli e che si occupa di vittime di violenza, la direttrice ha ottenuto il sostegno di Comune, Università di Udine, gruppo udinese di Medici senza frontiere, tramite rispettivamente la consigliera comunale Stefania Garlatti Costa, il delegato alle Attività musicali Fabio Alessi e la coordinatrice Amabile Nagostini.

Quattro violinisti, quattro storie

I quattro violinisti che si esibiranno a Udine come solisti sono tutti di livello internazionale. Si tratta di Oleg Shport-Tkachenko, ucraino, originario della Crimea, da anni attivo in Spagna, nell’orchestra Sinfonica di Barcellona; Dyla Blackmore, russo, fondatore, della Blackmore international Music Academy a Berlino; Saida Bar Lev, già primo violino dell’Orchestra Filarmonica d’Israele; Elias Elias, palestinese israeliano, che si è esibito anche con la West-Eastern Divan, l’orchestra diretta da Daniel Barenboim che riunisce israeliani e palestinesi.

«Io stessa sono stata vittima di violenza – ci racconta Carli – nel 2008, quando venni aggredita in un parcheggio, a Zurigo, dove stavo facendo una tournée di concerti in occasione del centenario della nascita di Herbert von Karajan, di cui sono stata assistente».

Un’aggressione che le provocò un lungo periodo d’ospedale. Da lì è però nato il suo impegno per la pace e la giustizia, fondando l‘associazione Risorgi, di cui è ora vice-presidente, e per unire la musica con la promozione della pace. Ecco allora il concerto per la pace organizzato da Carli nel 2022 a Milano, quello di Bruxelles del 2023 con l’Orchestra Sinfonica nazionale di Praga e quello, appunto, di Lucerna. «Quando nel 2010 ho fondato l’associazione – racconta – mai avrei pensato che il tema della pace sarebbe diventato di così pressante attualità. Nel mondo oggi ci sono oltre cinquanta guerre. Come già accaduto per il concerto di Lucerna, anche a Udine inizierò la serata con un minuto di silenzio proprio per ricordare le vittime di tutti i conflitti».

La musica come un ponte

Non un’impresa facile riunire musicisti di quattro paesi in guerra. «A contattarli mi ha aiutato un amico, la prima viola dei Berliner Philarmoniker, dove ho lavorato per un periodo. A Lucerna vederli suonare insieme è stato bellissimo, emergeva uno straordinario senso di solidarietà. E sapere che il violinista palestinese e quella israeliana dopo quel concerto sono diventati amici per me stato il più grande successo della serata». A Udine, rispetto a Lucerna, suoneranno altri solisti (ad eccezione della violinista israeliana), ma l’emozione sarà sicuramente la stessa.

Il programma prevede nella prima parte quattro concerti di Vivaldi, la Sinfonia di Amburo per Archi di C. P. E. Bach e nella seconda parte Elgar (Sospiri-Adagio per archi e Introduzione ed Allegro per Quartetto e orchestra d’archi) e Massenet (“Meditazione” dall’opera Thais). «Tre dei quattro concerti di Vivaldi – spiega Carli – sono per 4 violini e archi. Ai solisti ho chiesto di scambiarsi i ruoli, per suggerire il senso di parità e fraternità che costituiscono il senso del concerto. La musica non conosce barriere ed è capace di fare quello che spesso né il diritto né le parole ottengono: unire e creare ponti».

Stefano Damiani

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