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Un popolo tra le macerie, la vera storia del terremoto

Il volume sarà presentato martedì 3 maggio alle ore 17 nel Centro culturale Paolino d’Aquileia alla presenza dell’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato

Un popolo tra le macerie, la vera storia del terremoto

Un documento prezioso che dà testimonianza del primo anno dell’emergenza terremoto. È questo «Friuli un popolo tra le macerie» libro pubblicato per la prima volta nel 1977, a cura del Cedi (Centro di documentazione e informazione dell’Arcidiocesi di Udine), e oggi riedito da «la Vita Cattolica» in occasione del 40° anniversario del terremoto. Il volume sarà presentato martedì 3 maggio alle ore 17 nel Centro culturale Paolino d’Aquileia alla presenza dell’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato. Interverranno inoltre mons. Duilio Corgnali, coordinatore della Commissione diocesana per il 40° del terremoto e il sociologo Bruno Tellia. A moderare l’incontro sarà il direttore de «la Vita Cattolica», Roberto Pensa.

Nell’occasione verranno presentate le iniziative dell’Arcidiocesi di Udine per ricordare il 40° del sisma e «La vera storia del terremoto», la pubblicazione speciale del settimanale diocesano.

«Eravamo ancora nelle tende quando decidemmo di por mano alla scrittura di questo libro che vuol far capire la vita vissuta dal popolo friulano terremotato nel primo anno di dopoterremoto – spiega mons. Corgnali che è anche uno degli autori del libro, nonché protagonista di quella stagione –. Solo chi ha vissuto quell’anno di macerie e di tende sa la grande fatica di vivere, la disperazione e la speranza mescolate alla paura e all’angoscia vissute in mezzo ai paesi distrutti e accanto alle macerie delle case, ma anche la straordinaria tenacia dei friulani terremotati nella volontà di sopravvivere e di tornare a vivere con dignità». «Il rischio – prosegue mons. Corgnali – era quello di dimenticare, di seppellire nella rincorsa della ricostruzione quel primo anno di post-terremoto. Un anno in cui il popolo friulano aveva posto le fondamenta del proprio futuro di ricostruzione-rinascita, in cui, dopo il crollo delle case e la distruzione di interi paesi, proprio in mezzo a quelle macerie ha riscoperto il tracciato della sua storia, la coscienza della sua identità, la preziosità della sua cultura, l’armonia e la schiettezza della sua meravigliosa lingua. E il sogno ritrovato di essere popolo, un prezioso lacerto nel mosaico dei popoli nel mondo».

Il volume – la cui prefazione è a firma di David Maria Turoldo – è dunque un affresco corale di quel primo anno del post-terremoto dove a emergere con forza è il protagonismo della gente friulana, in cui vengono marcati i disagi patiti, ma anche i progetti di futuro disegnati sotto le tende, tra le macerie e nelle assemblee popolari.  «Nel quarantennale di quell’evento diacritico della storia del Friuli – spiega ancora il Presule – abbiamo ritenuto doveroso e utile, per i friulani e per gli amici del Friuli, ripubblicare questo libro che, pur editato in 10mila copie, ormai era andato esaurito da tempo. Vuol essere un contributo alla conservazione della memoria o, per meglio dire, alla trasmissione della memoria per quella generazione di friulani che quell’evento non l’hanno vissuto e poco o nulla sanno dei patimenti, delle lacrime di disperazione, delle bestemmie e delle preghiere, del sudore di sangue di cui è imbevuta quella speranza tradotta infine in ricostruzione-rinascita, quello che vien detto “modello Friuli”. Perché i friulani di oggi e di domani sappiano raccogliere il testimone di quella grande epopea del Friuli per affrontare, con lo stesso patrimonio di valori, i terremoti, magari non fisici ma non meno inquietanti, del mondo di oggi».

Il libro raccoglie i contributi di mons. Rinaldo Fabris, pre Checo Placereani, mons. Duilio Corgnali, Federico Rossi, mons. Giancarlo Menis, Francesco Dal Mas, Fiore Piovesana e Roberto Jacovissi.

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