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Regione

Telemedicina in carcere per aiutare adulti fragili e minori

Alta l’attenzione per problemi di salute mentale e dipendenze

«È sempre alta l’attenzione della Regione per garantire un corretto e dignitoso trattamento, in ambito penitenziario, a detenuti e internati fragili e a minorenni sottoposti a procedimento penale, assicurando al contempo la migliore efficacia delle misure di sicurezza, senza gravare sul personale carcerario. Previsto, tra gli altri interventi, un ulteriore sviluppo della telemedicina in detenzione per le persone ristrette con bisogni complessi e con problematiche di salute mentale e dipendenza». Lo ha comunicato il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, rispondendo a un’interrogazione a risposta immediata in sede di Consiglio regionale.

Entrando nel dettaglio, l’esponente dell’Esecutivo ha sottolineato come questo monitoraggio abbia il suo cuore nell’Osservatorio permanente della sanità penitenziaria. L’organo, composto da rappresentanti di Regione, giustizia minorile e amministrazione penitenziaria, si riunisce più volte all’anno per discutere ordini del giorno che spesso riguardano proprio la salute psichica dei detenuti e le misure da adottare per migliorare le loro condizioni.

Una recente riunione, del 22 marzo scorso, si è occupata nello specifico di criticità relative all’assistenza di persone con problemi di salute mentale e dipendenze negli istituti penitenziari del Friuli-Venezia Giulia; vi hanno preso parte i referenti dei Dipartimenti delle dipendenze di salute mentale delle aziende sanitarie regionali.

Lo stesso Osservatorio ha previsto ulteriori riunioni per affrontare in maniera costante e monitorare in modo concreto i problemi di salute mentale e di dipendenza che possono insorgere all’interno delle diverse case circondariali, anche attuando progetti specifici basati sulla persona, con metodologie di lavoro caratterizzate da interdisciplinarietà e multiprofessionalità.

Il vicepresidente Riccardi ha infine ricordato che le aziende regionali attuano un costante monitoraggio degli eventi suicidiari negli istituti penitenziari; in questo delicato ambito è continua la formazione degli operatori.

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