È approdato nell’incantevole cornice di Grožnjan (Grisignana), nell’Istria croata, il talento di Toni Zanussi, pittore tarcentino di fama internazionale. E – ancora una volta – la sua arte ha portato con sé un messaggio di pace. Sabato 27 settembre, infatti, nella cittadina degli artisti e della musica, nel contesto della trentunesima edizione dell’Ex Tempore – punto di riferimento internazionale della pittura en plein air – è stata inaugurata la personale di Zanussi dal titolo «Cosmogonie di pace». A curare l’esposizione allestita nella Galleria Amato è stato il critico d’arte triestino Enzo Santese.
«L’artista – spiega Santese nel testo che accompagna la mostra – è conosciuto da tempo sullo scenario italiano e internazionale per il suo impegno in favore della pace, uno dei perni essenziali della sua ispirazione. Le opere esposte in questa occasione sono un campionario significativo delle opzioni espressive, sintonizzate sull’esigenza di prelevare dalla realtà i termini per un viaggio fantastico nelle regioni dell’indistinto, dove corpi mobili percorrono orbite che tracciano nello spazio del quadro direzioni di marcia verso le dimensioni insondabili della natura». Santese ricorda poi che Gillo Dorfles – tra i più autorevoli critici d’arte – è stato uno dei più significativi estimatori delle creazioni di Zanussi, «definite non a caso dall’intellettuale triestino “Cosmogonie”».
Qui la nervatura concettuale primaria è proprio quella della pace – sottolinea ancora Santese –, ritenuta non chimera irraggiungibile, ma approdo necessario». E rispetto all’intreccio tra tecnica e significato, spiega: «Superfici apparentemente cangianti si confrontano con zone in cui il colore si distende su morbide velature; altrove una leggera matericità del fondo espone la pellicola cromatica a variegati effetti di fronte alla luce dell’ambiente in uno spazio, asservito alla fluttuazione di elementi compositivi (circolari, intere o minime porzioni) disseminati in un universo, governato da arcane leggi gravitazionali; essi danno l’idea di potersi tramutare da un momento all’altro in aquiloni, capaci di tenere gli uomini con lo sguardo incollato al cielo da cui trarre ispirazione per un nuovo ordine di rapporti, imperniati sulla capacità di comprensione degli uni nei confronti degli altri. Le tinte vivide sono il riflesso di una calda convinzione che l’arte possa essere il battistrada di un cammino di riconquista di approdi di convivenza duratura, affinché l’utopia del rispetto delle diversità e della ricerca dell’interesse singolo, armonizzato con quello degli altri, possa diventare realtà di ogni giorno».
La mostra sarà visitabile fino a mercoledì 15 ottobre.
Anna Piuzzi