Dal 4 luglio nel piccolo paese carnico capolavori scomparsi e poi “rinati”. Un messaggio per chi non perde il coraggio di rinascere.
“Vedere con commozione che la vita e la bellezza non s’arrendono”. E’ questo il nucleo tematico, illustrato oggi a Udine dal direttore artistico don Alessio Geretti, della 16/a mostra d’arte internazionale di Illegio, che aprirà al pubblico il 4 luglio nella Casa delle esposizioni del piccolo paese montano.
Intitolata “Nulla è perduto”, la mostra, realizzata dal Comitato di San Floriano in partnership con Sky Arte, Factum Arte di Madrid e con Ballandi Arts, offrirà una carrellata di celebri opere d’arte scomparse e poi prodigiosamente riapparse, “grazie a studi e ritrovamenti o all’ingegno umano che non si arrende davanti alle più irreparabili sciagure”, ha spiegato Geretti, presentando la mostra 2020 insieme con Lara Job del Comitato di San Floriano.
“Lanciamo un messaggio per il mondo provato dalla vicenda della pandemia – ha detto Geretti -, ma che non ha perduto il coraggio di rinascere”.
Fino al 13 dicembre, a Illegio si potranno vedere opere distrutte o perdute, ma poi ritrovate o risorte. Tra queste, sette capolavori firmati da Johannes Vermeer, Franz Marc,Tamara de Lempicka, Vincent van Gogh, Gustav Klimt, Claude Monet e Graham Sutherland, smarriti per sempre, ma tornati alla luce grazie alle tecnologie di Factum Arte. E poi il San Matteo del Caravaggio per la Chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma, ricostruito dall’artista Antero Kahila di Helsinki, e le vetrate della facciata principale della Cattedrale di Chartres, rimaterializzate nel laboratorio di San Bellino di Rovigo da Sandro Tomanin e dai suoi collaboratori. Infine, alcune opere ‘fisicamente’ ritrovate, “tra le quali una di inestimabile importanza a firma di uno dei più grandi artisti di tutti i tempi – ha anticipato Geretti – della quale daremo notizia a pochi giorni dall’inaugurazione della mostra stessa”.