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Cronaca

Acciaieria, il Governo cerca un’alternativa alla Bassa friulana

L’ha detto il ministro Urso in visita a Tieste: “Stiamo lavorando anche per evidenziare alternative da offrire agli investitori stranieri, ove ci siano condizioni che gli enti locali non ritengono possibili, magari nei siti che abbiamo scelto”

L’investimento di Metinvest e Gruppo Danieli, da oltre 2 miliardi, in un’acciaieria green, “vorremmo che fosse realizzato nel nostro Paese”. Lo afferma il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, rispondendo ai giornalisti che a Trieste gli chiedono di commentare lo stop della Regione Friuli-V.G. all’insediamento del sito produttivo in Friuli, a seguito delle proteste locali. “Questo è il governo del fare che lavora per risolvere i problemi e non certo per crearli, ben consapevole di quello che serve al sistema industriale italiano anche per tutelare la propria industria manifatturiera e quindi serve certamente un sistema siderurgico capace di competere a livello globale, soprattutto per quanto riguarda la siderurgia green, su cui per altro siamo già leader in Europa. Un sistema siderurgico – prosegue Urso – che produca l’acciaio che serve per l’industria automobilistica, per l’industria degli elettrodomestici, per l’industria delle costruzioni, per il ponte sullo stretto di Messina. In questo quadro stiamo adoperando un quadro nazionale siderurgico in cui ovviamente evidenzieremo le eccellenze italiane e i siti in cui questo già avviene da tempo. Mi riferisco, ad esempio, a Terni, a Piombino, a Taranto”. “In questo contesto – afferma ancora Urso – stiamo lavorando anche per evidenziare alternative da offrire agli investitori stranieri, ove ci siano condizioni che gli enti locali non ritengono possibili, magari nei siti che abbiamo scelto”. Questo vale, secondo l’esponente del Governo, “anche per l’investimento di questa importante impresa europea, una delle più importanti, che vuole realizzare nel nostro Paese e noi vorremmo che si realizzasse nel nostro Paese, magari non in un paese confinante o vicino all’Italia e per questo sicuramente ci sono anche altre alternative. Noi risolviamo i problemi”.

Soffermandosi poi sul no della Regione all’investimento nella Bassa Friulana, Urso conclude confermando che “noi siamo sempre collegati in maniera continuativa a coloro che rappresentano i cittadini italiani alle Regioni, qualunque sia la loro guida. Questo lo facciamo in ogni nostro lavoro ed è sempre il ministero che deve facilitare investimenti esteri nel nostro Paese e appunto questo noi vogliamo fare. Credo che vi siano anche alternative valide per realizzare questo impianto siderurgico in Italia. Su questo stiamo lavorando”.

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