Il meteo ha ridotto in maniera contenuta ma comunque significativa i raccolti 2025 in Friuli-Venezia Giulia: è questo il quadro generale tracciato da Fedagripesca Confcooperative del Friuli-Venezia Giulia (111 cooperative che fatturano complessivamente circa 640 milioni di euro) esaminando le stime delle principali cooperative agricole regionali alla luce dei conferimenti delle scorse settimane.
Un quadro generale su cui pesa – fa notare Venanzio Francescutti, presidente di Fedagripesca Confcooperative Friuli-Venezia Giulia – anche il tema del passaggio generazionale e quello dell’incertezza dei mercati internazionali sull’onda di dazi e scenari geopolitici.
«Anche nel 2025 le condizioni meteo hanno rappresentato uno dei maggiori elementi di instabilità rispetto alle previsioni di raccolto – spiega Francescutti – mentre un elemento costante è anche l’elevato livello dei costi di produzione che pesa sui margini degli agricoltori. Le difficoltà di passaggio generazionale nelle piccole aziende, che riscontriamo sia nell’agricoltura che nella pesca, è un tema di politica agricola sul quale misurarci perché potrà incidere in maniera rilevante nei prossimi sotto il profilo della tipicità delle nostre produzioni e di un certo modo di vivere e interpretare le nostre campagne».
Viticoltura e vivaismo
Nel settore del vino – dove le cantine cooperative coprono circa il 40 per cento della produzione regionale, con percentuali ancora più elevate per il Pinot grigio – la qualità è buona ma la quantità raccolta non ha sempre rispettato le aspettative pre-vendemmia, con cali nella quantità di uva conferita tra il 15 e il 20 per cento, soprattutto a causa delle condizioni meteo negative di agosto con piogge eccessive, in particolare per la viticoltura di pianura, per la quale già la vendemmia 2024 non aveva raggiunto livelli quantitativi elevati. Migliore invece la vendemmia nella zona collinare, fatta eccezione per le zone colpite dalle grandinate nei primi giorni di settembre. Cali simili sono attesi anche per le barbatelle il cui mercato è condizionato dalla minore propensione all’espansione dei vigneti.
Cerealicoltura
Per il mais e il girasole la produzione è sulla norma, fatta eccezione per le aree colpite dalla grandine: aree distribuite a macchia di leopardo sul territorio regionale dove la produzione ha subito un calo anche del 30 per cento. Per la soia si preannuncia un buon raccolto. «A pesare sulle aziende cerealicole – spiega Daniele Castagnaviz, presidente di Confcooperative Friuli-Venezia Giulia e del Comitato Grandi colture della Confcooperative Fedagripesca nazionale – è soprattutto la compressione dei margini: i prezzi sono in forte calo mentre i costi di produzione sono cresciuti. ISMEA ha recentemente diffuso i dati sui costi di produzione per il grano tenero, coltivato anche nella nostra Regione: si parla di 230-240 euro a tonnellata. Dati di questo tipo indicano che le aziende cerealicole sono costrette a produrre in perdita».
Frutticoltura e patate
Calo anche per le mele (-15% circa) e i kiwi conferiti alla cooperativa Fruttafriuli: nel caso di questi ultimi nei prossimi anni il raccolto dovrebbe crescere nei prossimi con l’entrata in produzione di numerosi nuovi impianti e in particolare i kiwi gialli e rossi hanno ottime prospettive di mercato. Per l’actinidia si conferma l’importanza dell’innovazione e degli investimenti alla luce della produttività molto maggiore degli impianti più recenti rispetto a quelli più datati. Per le patate (Copropa) l’importante incremento delle superfici ha sostenuto il raccolto, in particolare per le varietà più precoci che sono state meno colpite dall’instabilità del meteo.
«Nella frutticoltura sono diventate ormai indispensabili le reti antigrandine e, in generale, sono cresciuti in maniera importante gli investimenti necessari a realizzare nuovi impianti», spiega Francescutti. Per le mele, una delle colture frutticole più importanti per il Friuli-Venezia Giulia, rispetto al passato si sono moltiplicate le varietà coltivate, nell’ambito di un settore dinamico ed in espansione in cui è importante diversificare i mercati e affrontare significative sfide logistiche.
Latte e zootecnia
I prezzi alti che caratterizzano il settore da almeno un anno sono bilanciati dai costi di produzione anch’essi elevati e su cui in particolare si ripercuotono i prezzi del settore cerealicolo. È nel settore zootecnico, inoltre, come emerso in occasione dell’ultima riunione del consiglio di Fedagripesca Fvg, che si registrano le maggiori preoccupazioni per il passaggio generazionale di tante aziende: 690 quelle associate alle 34 cooperative della filiera lattiero-casearia regionale.