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Regione

Alla Viarte, i ragazzi “difficili” apprendono “fuori classe”

Successo per la seconda edizione del progetto Ergoformazione. Cinque giovani hanno trovato un’occupazione

Giosué li definisce “i nostri fuoriclasse”: sono ragazzi “speciali”, dal carattere “difficile”, che provengono da situazioni di grande disagio. Giovani e giovanissimi che non si possono tenere sui banchi di scuola, ma che – adeguatamente accompagnati –, riescono ad essere “recuperati”, a seguire un percorso formativo e, non di rado, ad approdare ad un vero e proprio inserimento lavorativo. Psicologo, Giosuè Casasola opera alla Viarte, l’opera salesiana di Santa Maria la Longa che dal 1983 fa della cura dei giovani, destinatari e protagonisti della missione educativa, la sua ragion d’essere. Qui adolescenti o neo maggiorenni (in alcuni casi anche ragazzi e adulti), in difficoltà momentanea o affetti da disturbi permanenti a grave rischio di emarginazione, hanno la possibilità di seguire corsi «che li rendano poi “spendibili” per il mondo del lavoro». Sono “Fuoriclasse” perché «l’apprendimento – spiega Casasola –, con educatori e insegnanti, ma anche agronomi, cuochi ecc.., non avviene esclusivamente dentro un’aula».

Anche quest’anno una quindicina di loro, tra i 16 e i 29 anni, sono coinvolti nel progetto di accompagnamento al lavoro “Ergoformazione”, giunto alla sua seconda edizione e realizzato grazie alla co-partecipazione di piccoli e grandi benefattori. L’iniziativa, spiega Casasola, è condotta da La Viarte assieme ad alcune aziende partner del territorio proprio «al fine di recuperare i giovani in dispersione scolastica e avviarli al lavoro». Il progetto ha ricevuto il contributo della Fondazione Friuli nell’ambito del Bando Welfare. È inserito in una tradizione di programmi anti-dispersione formalizzati per la prima volta assieme alla Regione Fvg nel progetto “Airbag scolastico”, che ha visto impegnata l’Opera salesiana nel triennio 2018-2020.

«Il progetto ha riscosso un certo successo – spiega Casasola – ed ha attirato a sé una rete di attori che comprende Cfp, Servizi sociali dei Comuni e Azienda sanitaria, ma anche realtà produttive locali. È un programma che ha molte sfaccettature innovative e porta in regione un modo nuovo di affrontare problematiche come l’abbandono scolastico, la devianza giovanile, le difficoltà di apprendimento e la disoccupazione dei giovani più fragili». I giovani che vengono collocati presso La Viarte possono infatti integrare il loro percorso educativo con programmi di orientamento e motivazione allo studio; chi ha abbandonato gli ambienti scolastici può beneficiare di percorsi di istruzione parentale e professionalizzanti per poi essere inserito nelle aziende partner, prima come tirocinante poi come operaio. «È un modo nuovo di utilizzare il tempo del sociale e di creare una rete di caregivers attorno alle fasce più deboli della società, un modo più efficiente di fare welfare – aggiunge Casasola –. Sempre più giovani collocati nei percorsi educativi della struttura, infatti, condividono difficoltà di apprendimento tali da non riuscire ad essere intercettati dai pur ottimi strumenti messi a disposizione dalle istituzioni per garantire il diritto allo studio. Chi non risponde bene alle misure adottate dalle scuole rischia di essere escluso permanentemente anche dal mercato del lavoro, che esige operatori preparati e qualificati anche per le mansioni più semplici». È proprio da queste considerazioni che a La Viarte è venuto in mente di coniugare una preparazione di eccellenza per mansioni semplici (ma di difficile reperimento tra i lavoratori) e ragazzi “speciali”.

È innanzitutto «una scuola che forma il carattere quella che si può trovare all’interno della Viarte», spiega ancora il referente del progetto. Anche la metodologia didattica è innovativa: tanta pratica di laboratorio, contenuti teorici appesi alle pareti su cartelloni che spiegano i concetti come le istruzioni dell’Ikea fanno per il montaggio dei mobili, lettura intervallata alla visione di audio e video, testi riassunti in schemi di comunicazione aumentativa, video tutorial al posto delle verifiche per accertare l’acquisizione delle competenze professionali. In questa “scuola nuova”, che prepara per mestieri semplici, una volta formati i ragazzi sperimentano delle prime forme di inserimento lavorativo nelle aziende partner. Tra queste “Fruts di Bosc”, cooperativa di agricoltura sostenibile, spin-off di la Viarte, che nel punto vendita di via Zompicco vende i prodotti coltivati dai “fruts”, cioè i ragazzi, di Bosc (don Bosco). Ma anche altre realtà si stanno facendo avanti. «Diverse aziende stanno cominciando a credere nel progetto – conclude Casasola – e già cinque dei nostri ragazzi hanno terminato la formazione trovato un’occupazione».

Valentina Zanella

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