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Commento al Vangelo

«Che cosa cercate?»

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,35-42)

In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro – dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

Parola del Signore.

Commento al Vangelo del 14 gennaio, II Domenica del Tempo ordinario (Anno B)
(
1 Sam 3, 3-10. 19; Sal.39; 1 Cor 6, 13-15. 17-20; Gv 1, 35-42)


A cura di don Francesco Ferigutti

Don Francesco Ferigutti

Il brano evangelico che la liturgia ci presenta in questa domenica racconta la chiamata dei primi discepoli da parte del Signore. Non si tratta di un semplice appello all’ascolto di una Parola che viene da Dio, ma di un invito a seguire Gesù, la Parola di Dio fatta uomo. Alla chiamata corrisponde la sequela del vero discepolo.
Nel Vangelo di San Giovanni la narrazione della vocazione dei primi discepoli è profondamente diversa da quella trasmessa dagli altri evangelisti. In questi ultimi Gesù prende l’iniziativa: è Lui che entra con determinazione nella loro vita invitandoli a seguirlo. «Seguimi» dice a ognuno di essi (cfr. Mc 2,14). Senza farsi attendere, egli parla subito della missione alla quale vengono da Lui destinati: «Vi farò diventare pescatori di uomini» (cfr. Mc 1,17). Invece nel Vangelo di Giovanni sono i discepoli a prendere l’iniziativa di seguire Gesù, avvisati dalla testimonianza del Battista: «Ecco l’agnello di Dio» (cfr. Gv 1,36 ).

“Seguire” non è un verbo qualsiasi: in tutto il Vangelo indica la totale adesione del discepolo al Maestro e la piena condivisione della sua stessa vicenda. Subito Gesù sentendosi seguito da due sconosciuti, si gira e chiede loro: «Che cosa cercate?». Non “chi”, ma “che cosa”. Non dunque: “Cercate me?” che sarebbe ovvio, ma “che cosa sperate di ottenere?”. Gesù interroga per provocare la risposta e per indurre a prendere coscienza della propria ricerca: c’è chi cerca veramente Dio e chi cerca in realtà se stesso.

La risposta è un’altra domanda: «Rabbi dove dimori?». Una domanda audace che valica una soglia nel rapporto con Gesù, il quale risponde con un invito e con una promessa: «Venite e vedrete». Gesù sta al gioco, un gioco di cui i discepoli non sono ancora coscienti, eppure l’avventura termina con un’annotazione: «Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui». L’esperienza è così straordinaria nella vita di Giovanni che decenni più tardi egli se ne ricorderà ancora con precisione l’ora: «Erano circa le quattro del pomeriggio».

Dimorare con Gesù è stata la fonte del desiderio e della gioia di Giovanni. Questo dimorare presso Gesù non è solo esteriore, penetra fin nell’intimità di Gesù, non solo di una casa, ma nella parte più intima del suo cuore. Il discepolo è chiamato a fare di Gesù la sua dimora preferita.

Il verbo dimorare nel quarto Vangelo ha un ricchissimo significato teologico, è addirittura un termine cruciale nel vocabolario giovanneo: esprime la profonda comunione con Gesù. I due discepoli infatti manifestano un profondo desiderio di conoscenza.

Non si incontra Dio per sentito dire, è sempre determinante l’incontro personale con Cristo. Per conoscere c’è bisogno di condividere un’intimità. Gesù risponde invitandoli a fare un’esperienza: occorre andare a vedere… È anche vero che pur ricordando il momento preciso di quell’incontro, il testo non ci dice però dove abita Gesù: quel luogo nel quale sono stati invitati per vivere un’esperienza con il Signore non viene descritto, forse per evitare di pensare che esista un solo luogo, una sola modalità di incontrare il Signore. Ognuno di noi, mosso dal desiderio di pienezza, è chiamato a fare la sua esperienza personale di Dio, in qualunque luogo si trovi.

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