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Storie

Cimano. Ennio il cestaio, ultimo “testimone” di un mestiere che sta scomparendo

I movimenti sicuri delle sue mani testimoniano una sapienza antica. Quei rametti flessibili, sotto ad uno sguardo attento, si intrecciano per diventare magicamente cesti e gerle di ogni dimensione. Quelli che poi si potranno trovare nei mercatini, oppure esposti accanto a lui quando Ennio Bosero è chiamato nelle scuole, o in qualche particolare evento, a dare dimostrazione di questa affascinante arte. Nativo di Cornino, 80 anni appena compiuti, vive a due passi dal fiume Tagliamento, in località Cimano, nel comune di San Daniele.

È forse l’ultimo cestaio della zona – in passato da Forgaria (specialmente a Cornino e in particolare a Ca’ Venier) fino a Clauzetto, da Travesio a Castelnovo del Friuli, «in tutte le famiglie qualcuno sapeva lavorare i vimini», spiega –, depositario di un sapere che ha acquisito fin da piccolo «rubandolo con gli occhi». Prima di lui, in casa, il “mestiere” era di papà Noè – che lo aveva a sua volta appreso dal padre – e del fratello Emilio (di 10 anni più grande). «Ero bambino e mi era concesso solo di guardarli all’opera – ricorda –; guai a toccare un “venc”, materiale preziosissimo che avrebbe potuto rompersi…».

Anche oggi i rametti che Ennio va a cercare lungo il greto del Tagliamento sono pregiati. «Allora i cestai erano tanti e il legno doveva bastare per tutti, oggi invece le piante adatte, che di solito nascono spontanee in terreni abbandonati, sono diventate piuttosto rare». Tanto che Ennio ha piantato numerosi salici attorno a casa, per avere assicurata almeno la varietà rossa della materia prima…

L’articolo completo, a firma di Monika Pascolo, si trova sul numero de “la Vita Cattolica” di mercoledì 22 maggio 2024.

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