Pochi lo sanno e tra questi c’è Diego Cinello. Ottant’anni d’età, originario di Fagagna, grafico di professione, da cinquant’anni si arrampica con la sua macchina fotografica sui punti più panoramici della nostra regione per realizzare fotografie che poi assembla con precisione restituendo all’osservatore uno sguardo che può arrivare anche a 360 gradi. Un fotografo, quindi, “di larghe vedute”, come recita il titolo di un suo libro sul Friuli pubblicato nel 2005.
Dopo aver fotografato quasi tutta la nostra regione e le sue montagne, negli ultimi due anni Cinello si è dedicato a quelle valli che non aveva mai potuto ritrarre, dal momento che la folta vegetazione gli impediva di raggiungere i punti più panoramici. Ed è riuscito nell’impresa grazie all’utilizzo di un drone. Queste ultime foto, assieme ad altre, per un totale di una trentina, sono in esposizione dal 23 luglio scorso nella sede del Consiglio regionale a Trieste e permettono di osservare tutte e 29 le valli del Friuli, più la Val Rosandra e la Valle dell’Isonzo.

«Mi mancavano quelle vallate – racconta Diego Cinello – nelle quali, a causa dello spopolamento, l’avanzare del bosco mi impediva di salire e raggiungere radure così da avere una visione sufficientemente larga, come minimo a 180 gradi».
Come c’è riuscito?
«Grazie al drone, un “giocattolino”, come lo definisco io, che mi ha consentito di risolvere il problema alzando il mio obiettivo di 50-60 metri. Ho potuto così fotografare una dozzina di valli tra cui le quattro del Natisone e poi Val Torre, Val Pontaiba, Val Tramontina, Val D’Arzino, Val Aupa, Val Dogna. Adesso possiamo dire che tutte le 29 valli del nostro Friuli sono state fotografate».
L’intervista completa a Diego Cinello sul numero di Vita Cattolica in edicola questa settimana