Come stanno le Collaborazioni pastorali dell’Arcidiocesi udinese? A sette anni dall’avvio del progetto, la risposta non è affatto semplice, né tantomeno scontata. Come un’automobile bisognosa di periodica revisione, il progetto diocesano delle Collaborazioni pastorali proseguirà dunque, a partire dal prossimo autunno, con una fase di “verifica” – il termine non è il più adatto, ma rende l’idea – della sua attuazione. Ma andiamo in ordine.
In autunno il “check-up” delle CP
«Verificheremo nei prossimi anni gli orientamenti contenuti in questo progetto pastorale per compiere anche le eventuali correzioni di rotta che l’esperienza ci indicherà. Una verifica periodica si renderà possibile e necessaria allo scadere quinquennale dei consigli pastorali». È lo stesso documento istitutivo delle Collaborazioni pastorali, pubblicato nel 2018, a concludersi suggerendo quella che abbiamo chiamato “revisione” del progetto. I cinque anni si sono tacitamente prolungati – anche a causa della pandemia – e al gran lavoro di mons. Andrea Bruno Mazzocato (che concluse il suo ministero episcopale con una visita pastorale alle CP nel triennio 2022-2024) è succeduto quello di mons. Riccardo Lamba, che a distanza di un anno dal suo arrivo proprio in queste settimane sta incontrando i Consigli pastorali delle diverse collaborazioni.

L’Arcivescovo: «Dai primi incontri un mondo di bene»
È proprio il vescovo Riccardo ad aver sollecitato questa revisione del progetto. Calendario alla mano, mercoledì 13 maggio a Remanzacco l’Arcivescovo compirà l’incontro numero 23 su un totale di 54 Collaborazioni pastorali. Ma è già tempo di tracciare un minimo comun denominatore tra le Collaborazioni visitate: «Dovunque noto che tantissime persone di buona volontà sono “sciolte” in mezzo alle comunità con discrezione e umiltà, operando da anni in silenzio per portare il Vangelo» riconosce Lamba, intervenuto così alla seduta del Consiglio pastorale diocesano di sabato 10 maggio. «È un mondo di bene e ce n’è tanto: bisogna ringraziare il Signore per ciò che sta realizzando». Un bene che, a detta dell’Arcivescovo, ha un’abbondanza che crea addirittura disagio: «Tra gli operatori pastorali c’è anche la fatica di riconoscere come il desiderio del bene sia più grande delle nostre capacità, sempre limitate. Questa sproporzione – nota l’Arcivescovo – porta uno scoraggiamento: “siamo pochi, sempre più anziani, eccetera”». Lo stato dell’arte, evidenziato da mons. Lamba, è di una Diocesi le cui varie CP procedono a «Diverse velocità. Questo appartiene alla normalità della vita ed è comprensibile. Come nei pellegrinaggi, ognuno ha il suo passo». Gli incontri del pastore della Chiesa diocesana con i Consigli pastorali delle CP sono l’occasione per invitare alla perseveranza: «Non guardiamo ai numeri – ha esortato l’Arcivescovo –, una categoria legata più all’efficienza che all’efficacia. Ho spronato a perseverare nel bene curando l’efficacia delle relazioni più dell’organizzazione, e pregando insieme. Solo in secondo luogo, guidati dallo Spirito Santo, puntiamo a migliorare nell’aspetto pastorale».
I primi temi: territori, amministrazione, Foranie
Concretamente, i prossimi passaggi del progetto consisteranno nella redazione congiunta – tra Consiglio pastorale diocesano, Consiglio presbiterale e uffici diocesani – di una traccia di lavoro che guidi le Collaborazioni nel processo di revisione previsto a partire dal prossimo anno pastorale. «Sarà uno strumento per leggere criticamente il progetto, fornendo elementi per perfezionarlo» ha ricordato il delegato per il progetto delle CP, mons. Ivan Bettuzzi, al recente Consiglio pastorale diocesano. «Quello delle CP è un progetto di rete costruito in una decina d’anni, con spazio all’espressione di tutte le realtà diocesane. È tempo, quindi, di perfezionarlo per un suo rilancio». Il Consiglio pastorale diocesano ha iniziato a tracciare alcune delle direttrici del lavoro di revisione, che andranno comunque vagliate dagli altri organismi diocesani. Si andrà da una riflessione sulla geografia delle Collaborazioni pastorali al ruolo delle Foranie, dalla gestione amministrativa di una realtà non giuridica come la CP alle competenze del parroco coordinatore rispetto ad altri sacerdoti presenti, fino alla domanda centrale dell’intero progetto: le CP hanno facilitato l’evangelizzazione del Friuli nel XXI secolo? A differenza di altri parametri, fortunatamente quest’ultimo non è misurabile. Ma è comunque una domanda che merita di essere posta.
Giovanni Lesa