Ha destato grande emozione e cordoglio la notizia della improvvisa scomparsa, all’età di 80 anni, di Alda Vuerich, conosciutissima in tutte le Valli del Natisone col semplice appellativo di “Maestra Alda”. Era infatti arrivata a Stregna nel 1965, da Malborghetto-Valbruna, il suo paese natale, come giovane maestra d’asilo, e in questa veste l’anno conosciuta in molti nelle Valli del Natisone (dove ha sempre insegnato, a parte una parentesi a Sanguarzo). Sposata col dott. Adriano Roiatti, medico di medicina generale a Cividale, Alda ha avuto due figli (di cui uno prematuramente scomparso in Inghilterra in tragiche circostanze). Da alcuni anni era rimasta vedova. Le esequie di Alda si sono svolte il 4 dicembre nella chiesa di Stregna.
Nonostante le avversità della vita, che non l’hanno risparmiata, il tratto caratteristico di Alda era il costante sorriso, la capacità di dialogo e di empatia con la gente, il suo immenso senso di solidarietà, l’impegno per la comunità e per il sociale, lo sforzo costante di portare pace e concordia dove si manifestavano divisioni e contrasti. Atteggiamenti profondi, alimentati da una fede intensa in Gesù Cristo e nella Chiesa che non l’hanno mai abbandonata. Colonna portante della sua comunità parrocchiale di San Pietro e Paolo a Stregna, Alda aveva portato il suo impegno anche a livello foraniale nella Caritas (che ha diretto sin dagli anni 2000) diventando un vero e proprio riferimento (quasi “istituzionale”) per le emergenze sociali e familiari su tutto il territorio delle convalli del Natisone.
Sono notissime le sue iniziative di raccolta fondi per le persone più disagiate. Dalla vendita delle primule nella Giornata della Vita in febbraio, alla partecipazione, nelle domeniche di ottobre, alla mostra mercato delle castagne a Ponte San Quirino: ogni settimana diverse parrocchie delle Valli donavano delle torte e dolci fatti in casa che poi venivano vendute durante la manifestazione: era lei l’ideatrice, la coordinatrice e la costante presenza a questo stand solidale. Era diventata anche referente locale per il commercio equo e solidale e fin dalla prima edizione aveva aperto uno stand alla annuale mostra mercato dell’artigianato a San Pietro al Natisone. All’inaugurazione della 21ª edizione, svoltasi dal 6 all’8 dicembre scorsi, Alda è stata ricordata con toni di commozione dal sindaco di San Pietro al Natisone, Cesare Pinatto, dal presidente della Comunità di montagna del Natisone e Torre, Antonio Comugnaro, dalla curatrice della mostra mercato Luisella Goria e dal presidente della Pro loco Nediške Doline, Antonio De Toni.
Meno noti, perché celati dalla grande discrezione e riserbo di Alda a favore dei bisognosi, i modi con cui erano spesi i fondi raccolti. Bollette pagate alle famiglie in temporanea difficoltà, borse della spesa per i bisognosi, sostegno e accompagnamento per chi doveva fare terapie mediche in posti distanti. «Il cuore di Alda, sempre instancabile e aperto ai bisogni di tutti – racconta la sua conparrocchiana Teresa Postregna – batteva sempre forte per i bambini e per questo era sempre disponibilissima per le famiglie in difficoltà, non solo economica, ma anche educativa e nel gestire i piccoli durante il giorno per gli impegni di lavoro. Lei stessa suppliva personalmente con l’accompagnamento e il sostegno scolastico ai bambini. Per alcuni è stata una sorta di “mamma adottiva”. Dove non bastavano i soldi raccolti con le iniziative benefiche, spesso ci metteva del suo». Verso la fine della sua attività lavorativa «si era iscritta all’Istituto Superiore di Scienze religiose a Udine, dove ha studiato per anni teologia, per poter dare un servizio più qualificato alla parrocchia. Aveva anche una sorella suora in Germania, morta anche lei quest’anno, si toccava con mano che la fede era il fondamento della sua vita fin dalle origini familiari – continua Postregna -. Ha fatto sempre la catechista con grande passione. Innumerevoli le sue iniziative di solidarietà, sia per le persone del posto, sia per chi veniva da lontano. Ai tempi della guerra in Bosnia si impegnò moltissimo per i profughi ospitati nella ex caserma di Purgessimo e poi per trovare casa nelle Valli a diverse famiglie bosniache riutilizzando abitazioni vuote».
Alda Vuerich ha amato in modo smisurato il paese e la comunità di Stregna. Teresa Postregna ricorda due episodi significativi: «È stata lei a insistere a creare la biblioteca comunale di Stregna, in cui era personalmente presente negli orari di apertura, raccogliendo libri tra gli abitanti. Negli ultimi anni, per mantenere bello il paese, si era fatta prestare delle pecore per tenere puliti i prati attorno al centro abitato. Posizionava personalmente le reti per recintare gli animali. Proprio facendo questa attività un paio di anni fa era caduta ferendosi gravemente alla testa. Sembrava che non sarebbe potuta più tornare a casa, ma dopo 6 mesi di terapie ebbe una ripresa prodigiosa tornando completamente autonoma, anche nella guida, e riprendendo appieno le sue attività».
Il suo cuore non conosceva confini di nessun genere. «Siccome a Stregna c’erano pochi bambini, per un periodo, quando era parroco don Federico Saracino, venne da noi a Liessa a fare la catechista – ricorda Giacomo Canalaz -. Con i bambini era eccezionale. Condividevamo l’impegno di sacrestano nelle nostre rispettive chiese: sono sempre rimasto colpito dall’attenzione e dalla bellezza con cui preparava la chiesa di San Pietro e Paolo a Stregna per la liturgia. Come responsabile della Caritas foraniale faceva un gran lavoro organizzativo: ricordo in particolare la mobilitazione per le raccolte diocesane degli indumenti usati. Curava personalmente in tutti i comuni le domande per i furgoncini e il trasporto tramite la Protezione civile e coordinava tutte le operazioni. Aveva una forza di volontà e una grinta che venivano con tutta evidenza dalla sua profonda fede in Cristo».
I.G.













