È la settimana del Giubileo dei giovani. A Roma, ogni giorno che passa, si vedono sempre più zaini, fazzolettoni, cappelli e bandane. Circa un milione – forse anche qualcosa in più – i giovani attesi per il fine settimana, durante il quale si susseguiranno, come in una Giornata mondiale della Gioventù, la veglia e la Messa con il Papa.
“Pellegrini di speranza” è il tema del Giubileo. E colpisce che, in questo 2025 dalle tinte fosche – segnato da guerre, disoccupazione giovanile, emigrazione e denatalità – l’evento giubilare più partecipato sia proprio quello dedicato ai giovani, coloro che incarnano per antonomasia la virtù della speranza.
Don Riccardo Pincerato (foto), vicentino, è il responsabile del Servizio nazionale per la Pastorale giovanile. Lo abbiamo raggiunto a Roma all’inizio della settimana giubilare dedicata ai giovani, cui partecipano anche seicento ragazzi friulani. E gli abbiamo chiesto quali speranze nutrono oggi i giovani.
«I giovani che vediamo girare in questi giorni mi sembrano animati soprattutto dalla speranza di un futuro possibile – ha risposto don Pincerato –. Un futuro che ha alcune coordinate ben precise: il lavoro, la famiglia e la pace. L’impressione è che, da un lato, sperino in un avvenire bello e ricco, ma dall’altro siano alla ricerca di qualcosa di più importante, di prezioso e di significativo».

Il responsabile della Pastorale giovanile italiana ha riflettuto anche sul fatto che, come sostengono alcune recenti ricerche, la “generazione Z” si allontana poco dalla fede. «È un dato che forse dice che c’è una riscoperta e anche un impegno ulteriore nella fede – ha commentato don Pincerato –. Penso a queste ultime estati in cui ci viene riportato il dato di molti adolescenti e giovani che si stanno rimettendo in gioco sul tema del servizio attraverso gli oratori, i centri estivi e i campi. Questo ci dice che molto probabilmente la fede in questo momento sta diventando – un po’ come la famiglia – non qualcosa da dare per scontato, ma qualcosa da ricercare e un dato sul quale investire. E speriamo che anche questo sia un segnale del fatto che i giovani stanno incontrando delle comunità di adulti capaci di stare al loro fianco e di dare un sostegno rispetto a questo tipo di ricerca di fede».
Ma la Chiesa, che speranza ha nei giovani? «Ha la speranza che essi possano diventare adulti significativi – risponde il sacerdote –, e che la loro forza ed energia, la loro creatività, possa dare forza, creatività e rinnovamento anche all’interno della comunità ecclesiale. La speranza della Chiesa è di poter raccogliere le parole, il linguaggio, il mondo dei giovani per lasciarsi anche contaminare da loro e potersi, “rinnovare” con loro e per loro».
L’intervista integrale con don Pincerato si può leggere sulla Vita Cattolica del 30 luglio 2025