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I giovani sposi incontrano l’Arcivescovo

«Con la grazia di Cristo, prometto di esserti fedele sempre». Don Carlos Botero ama ripeterlo spesso alle coppie sposate che incontra: «Ricordate che nel momento del consenso matrimoniale vi siete detti queste parole? Avete promesso “con la grazia di Dio”, cioè, non perché siete bravi, ma consapevoli che la grazia di Cristo vi avrebbe aiutati a sostenervi: nella malattia, nella prova, e nei momenti belli. È la grazia di Cristo che dà forza immensa alle famiglie per poter affrontare la vita insieme e le sue sfide!». Don Botero, giovane parroco di Torviscosa, Malisana, Castions delle Mura e Campolonghetto è anche vicedirettore dell’Ufficio famiglia diocesano e in questa veste ha inviato un invito alle parrocchie sollecitando i sacerdoti ad inoltrarlo alle giovani coppie sposate da cinque anni o meno affinché possano partecipare all’incontro giubilare loro riservato e guidato dall’arcivescovo mons. Riccardo Lamba in programma sabato 4 ottobre, dalle 15 alle 17, negli spazi del Convento delle Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore a Udine. «Un appuntamento di conoscenza reciproca, di preghiera e di condivisione inserito nel Giubileo della Speranza – ha spiegato don Botero ai media diocesani –, perché siamo convinti che la famiglia sia la speranza del nostro presente e del nostro domani».

In che senso il Giubileo può essere un anno di grazia per gli sposi? Don Botero lo spiega in un’intervista pubblicata sulla Vita Cattolica del 1° ottobre 2025. «Può esserlo in quanto momento significativo e importante per rafforzare il legame di coppia e l’amore all’interno della coppia – risponde il sacerdote –, dedicando espressamente del tempo per questo. La famiglia oggi è molto impegnata in tante cose, dedicare un paio d’ore alla propria vita di coppia a ringraziare il Signore per l’amore donato credo sia importante, per questo la Chiesa di Udine ha desiderato offrire alle giovani famiglie questa occasione».

Qui una sintesi dell’intervista.

L’amore? Si impara strada facendo. “Camminiamo insieme nell’amore”

Il titolo dell’incontro è “Camminiamo insieme nell’amore”; questo incontro vuol essere in un certo senso un pellegrinaggio?
«Il titolo “Camminiamo insieme nell’amore” vuol richiamare il Giubileo e sì, è un invito ad un pellegrinaggio verso il Signore, ad un cambio di prospettiva. È un invito a camminare insieme».

Perché l’invito è rivolto in particolare alle coppie sposate da poco?
«Questo invito esprime anche il desiderio dell’Arcivescovo di incontrare le coppie giovani per offrire loro una parola di speranza. Perché esse vivono quella fase delicata della vita che è il passaggio dall’innamoramento e dal primo “sì per sempre” alla vita di tutti i giorni. L’Arcivescovo e la Chiesa, in questo anno giubilare, vogliono incoraggiarli; nel loro cammino e anche nella testimonianza del loro amore».

Spesso le giovani coppie chiedono a quelle più mature qual è il segreto di una vita matrimoniale duratura. L’amore è qualcosa che si “impara” strada facendo?
«Sì, io penso che l’amore sia proprio una scuola. Si impara ad amare, l’uno dall’altro. E questo vale per tutte le vocazioni, anche per la vita sacerdotale, per la vita religiosa… Tanto più per la vita matrimoniale. E imparare vuol dire rendersi disponibili per lasciarsi istruire dall’altro, far sì che l’altro ci possa insegnare anche a donarci, a servire. Queste possono essere indicazioni utili e semplici anche per le giovani coppie, ma è qualcosa che viviamo tutti. A maggior ragione nella coppia, è importante lasciarsi accompagnare nell’amore».

L’intervista completa si può leggere sulla Vita Cattolica del 1° ottobre 2025

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