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Sport

Insulti razzisti, l’Udinese giocherà una partita a porte chiuse

Gli insulti razzisti sentiti sabato 20 gennaio allo stadio Friuli nel corso della partita di calcio Udinese-Milan hanno fatto il giro del mondo. Martedì 23 gennaio è arrivata la decisione del giudice sportivo della Serie A, Gerardo Mastrandrea: l’Udinese dovrà giocare una partita di campionato a porte chiuse. Nella nota del giudice si legge che “le manifestazioni di discriminazione razziale hanno interessato in più occasioni, durante la gara, il calciatore Mike Maignan”. Nonostante i due annunci fatti con altoparlante, una prima interruzione del gioco per circa un minuto e poi a una sospensione della gara per circa 5 minuti, come evidenzia il giudice “non sono state riportate chiare manifestazioni di dissociazione da tali intollerabili comportamenti da parte dei restanti sostenitori (elemento che sarebbe stato rilevante in senso attenuante)”. Nel comunicato è stata infatti sottolineata “la obiettiva gravità dei fatti descritti e riportati”.

Nel frattempo la Giunta comunale di Udine ha accolto all’unanimità la proposta – lanciata dal sindaco Alberto Felice De Toni – di conferire la cittadinanza onoraria al portiere del Milan. La proposta lunedì 29 gennaio sarà discussa e votata in Consiglio comunale.

E anche a carico di tre tifosi della Triestina di 31, 32 e 56 anni sono stati emessi tre Daspo dalla divisione anticrimine della Questura di Pordenone e non potranno quindi fare accesso agli impianti sportivi per uno e 5 anni. Il provvedimento è stato emesso in seguito agli incontri di calcio con la Pro Vercelli e l’Arzignano, disputati allo stadio Omero Tognon di Fontanafredda dove i tre hanno acceso materiale pirotecnico creando “un concreto pericolo per l’incolumità delle persone e cose presenti”.

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