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La luce vince sempre

In questa Settimana i tempi sono rallentati: la liturgia della Chiesa ne scandisce il tempo, facendoci assaporare di giorno in giorno, secondo la prospettiva dei Vangeli, il mistero della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù. Tenebre e luce ne sono i punti prospettici.

Lo vediamo anche oggi, nella nostra società, nel nostro vivere quotidiano. Le tenebre si manifestano con grande limpidezza nelle tante guerre in atto nel mondo – Ucraina e Palestina su tutte – causando migliaia di morti e devastazione. Le tenebre si rendono presenti anche nei costanti episodi di aggressività o ingiustizia sociale – attacchi terroristici, violenza domestica, proteste e sommosse, crimine organizzato, violenza razziale o discriminatoria. Ma le tenebre abitano anche nel cuore di ciascuno, in quella dimensione di peccato d’origine sintetizzate nella superbia e nell’orgoglio capaci di scacciare la volontà di compiere il bene, pur magari desiderandolo (cfr. Rm 7,18-25). Infine, sentiamo vibrare le tenebre anche nel cuore umano di tante persone che sperimentano la sofferenza nel corpo o nello spirito, nelle rotture di relazione, oppure nell’esperienza dolorosa della morte. In tutte queste circostanze di buio il rischio è di sentirsi schiacciati e sopraffatti dalle esperienze vissute, provando smarrimento, sfiducia e disperazione.

Papa Francesco ci ricorda che la Pasqua è la dimostrazione della potenza di Dio per noi e per il mondo. Attraverso la risurrezione di Gesù, Dio ha sconfitto la morte e ha aperto per noi il cammino della vita eterna. In questi tre giorni santi abbiamo la possibilità di ricordarci che la Pasqua non è soltanto un evento storico del passato, ma possiamo riviverla come una realtà viva e presente nelle nostre vite. Questo messaggio è eterno perché si rinnova costantemente e non può che risuonare anche nel nostro tempo. Noi cristiani non possiamo trattenere per noi la salda certezza della fede: è proprio quando sembra che le tenebre prevalgano che una luce riaffiora e può dare senso nuovo al tutto.

Il Cero Pasquale sta lì a ricordarcelo, simbolo antico e sempre potente che risplende al centro del Triduo – e della nostra fede cristiana – a ricordarci che nulla è perduto. Una speranza rinnovata è sempre possibile: la luce del Cristo risorto è il segno tangibile che Egli può irradiare tutto il mondo nella sua salvezza eterna. Il Dio crocifisso diventa la prova tangibile dell’amore infinito di Dio che testimonia al mondo che il male non potrà prevalere, mai! E che la vita vince sulla morte, sempre! Quel cero pasquale, allora, è più di una semplice candela accesa, che il sabato santo squarcia letteralmente il buio della veglia pasquale: è un simbolo carico di significato e profondità spirituale. La sua fiamma rappresenta la vittoria di Cristo sulla morte e la sua risurrezione gloriosa, è un segno di speranza che illumina le nostre vite, anche nei momenti più oscuri e difficili. Ma il suo significato non si esaurisce nella sola celebrazione liturgica: è un segno che ci accompagna nel nostro cammino quotidiano di fede, invitandoci a vivere nella Sua luce per diffondere l’amore e la speranza cristiana ovunque andiamo.

Ecco perché il dolore, la morte, l’ingiustizia possono assumere nuovo significato: nella guerra vediamo anche tante persone che si danno da fare per procurare degli aiuti ai più deboli, nella realtà della violenza vediamo professionisti e volontari impegnarsi per portare aiuto solidale, nel dolore del corpo vediamo persone capaci di assistenza e conforto, nella disperazione di tanti cuori spezzati vediamo le nostre comunità capaci di portare guarigione e consolazione spirituale. Calde e luminose fiammelle, ceri accesi dove tutto sembra tenebra.

Questa settimana diventa, allora, l’invito per rinascere spiritualmente, per camminare dietro al Crocifisso Risorto: è linfa vitale per farci diventare portatori di speranza, è nuova opportunità per rinnovare il nostro impegno a vivere con ancor più slancio i valori cristiani della compassione, della riconciliazione, della giustizia e della pace.

Santa Pasqua a tutti!

Don Daniele Antonello

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