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Chiesa

La “movida spirituale” dei giovani. «La preghiera ci ricarica»

Metti un venerdì sera di movida in centro, che sia Udine, Tolmezzo o Cividale. Oppure metti la stessa sera trascorsa con una “movida interiore”, non tra i locali del centro ma comunque in compagnia di circa duecento giovani. Venerdì 9 febbraio, alla sera, c’era poco posto in chiesa a Castellerio, in seminario, per il quinto appuntamento con le “Notti di Nicodemo”, la scuola di preghiera per adolescenti e giovani che da quest’anno ha ripreso le sue serate mensili dopo una lunga sosta post-covid. Nonostante la distanza, adolescenti e giovani sono arrivati da ogni dove: Campoformido, Udine, Pagnacco, ma anche Gemona, Remanzacco e Torreano di Cividale, Marano e Porpetto. Un’ora scandita dall’ascolto della Parola – meditata dal rettore don Daniele Antonello – e da un silenzio tutt’altro che taciturno, guidato nell’adorazione eucaristica. Con un’atmosfera che, la preghiera, la fa sgorgare quasi da sola: luci basse, profumo di incenso, si parla sottovoce per fare spazio a un altro dialogo.

Nel numero di Vita Cattolica del 14 febbraio alcuni di questi giovani hanno raccontato cosa significa per loro questa preghiera. Ecco, quindi, le voci di Chiara di Remanzacco, Jonah e Valentino da Udine, Luisa da Marano Lagunare, Sara di Gemona.

A “Nicodemo” si incrociano ritratti di quei “giovani” spesso dipinti a tinte scure da chi, pur non comprendendo a fondo ciò che si muove in loro, si dice adulto. È nell’ordine delle cose che la loro frizzante età li appassioni alla movida, sia che sia un giro in centro o una calma serata di “movida spirituale” con Cristo.

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