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Sport

La prossima partita dell’Udinese sarà disputata a porte chiuse

È stata pubblicato martedì 23 gennaio il comunicato della Lega di Serie A con cui si commina una giornata di campionato a porte chiuse per l’Udinese. La gara interna con il Monza, prevista sabato 3 febbraio alle 15, si giocherà dunque senza pubblico.

La sanzione è stata inflitta dopo l’analisi del «referto arbitrale, nonché il rapporto dei collaboratori della Procura Federale, in ordine alle manifestazioni di discriminazione razziale che hanno interessato in più occasioni, durante la gara, il calciatore della Soc. Milan Maignan Mike Peterson». Il portiere del Milan è stato bersagliato da insulti di natura razziale da parte di alcuni tifosi bianconeri nel primo tempo della partita di sabato 20 gennaio, mentre Maignan giocava sotto la Curva Nord. Dopo le due segnalazioni del portiere milanista, la gara è stata interrotta per un minuto e sospesa per cinque minuti, con i calciatori del Milan rientrati negli spogliatoi.

Il comunicato del giudice sportivo ha anche evidenziato come «non sono state riportate, durante e dopo i fatti, e nonostante i 2 annunci al pubblico, chiare manifestazioni di dissociazione da tali intollerabili comportamenti da parte dei restanti sostenitori (elemento che sarebbe stato rilevante in senso attenuante)».

Identificato un tifoso

Finora è stato identificato un autore del gesto razzista: si tratta di un uomo di quarantasei anni residente in provincia di Udine, già conosciuto dalle forze dell’ordine e nei cui confronti il questore di Udine Alfredo D’Agostino ha emesso un Daspo (provvedimento che vieta l’accesso alle manifestazioni sportive) della durata di cinque anni. In aggiunta, una nota dell’Udinese calcio ha specificato che «il soggetto in questione sarà, a tempo indeterminato, bandito dal nostro stadio con effetto immediato.»

La posizione dell’Udinese

Fin da subito la società friulana ha confermato con una nota «il suo impegno contro il razzismo», ritenendo «fondamentale l’applicazione di misure forti per mandare un concreto messaggio contro le discriminazioni, non solo nel calcio, ma nella società».

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