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L’Arcidiocesi ha accolto il suo nuovo pastore Riccardo Lamba

«Ma cui isal chest predi che al ven a fâ il Vescul a Udin?» Con un applauso la Cattedrale di Udine ha accolto le prime battute in friulano di mons. Riccardo Lamba, all’inizio dell’omelia pronunciata nella Santa Messa con cui domenica 5 maggio ha iniziato il suo ministero episcopale nell’Arcidiocesi di Udine. Circa duemila i presenti in Cattedrale, compresi i giovani che hanno accolto mons. Lamba al suo arrivo in piazza Libertà.

L’accoglienza dei giovani

Ripercorrendo la giornata, è stata proprio Piazza Libertà il luogo del primo incontro tra il neo Arcivescovo e la sua Diocesi, grazie all’accoglienza di un centinaio di giovani muniti di striscioni e cartelloni. Con loro mons. Lamba si è soffermato alcuni minuti, facendo ascoltare loro – dal proprio cellulare – la colonna sonora del film su San Filippo Neri, “Preferisco il paradiso”. Un santo romano, come romano è Riccardo Lamba, nato in Venezuela da una famiglia di emigrati italiani ma rientrato in Italia, nella città capitolina, all’età di nove anni. Con i giovani in festa si è poi creato un corteo che ha accompagnato il Vescovo fino in Piazza del Duomo.

Il “benvenuto” della città sul sagrato

Davanti alla Cattedrale, intanto, un surreale silenzio carico di attesa ha accompagnato i minuti precedenti l’arrivo del nuovo Arcivescovo, mentre il picchetto d’onore della Brigata Alpina Julia attendeva sull’attenti. Un applauso ha sciolto la tensione non appena mons. Lamba è comparso all’angolo di Piazza del Duomo, assieme ai giovani in corteo, stringendo la mano a ognuno degli scout presenti nei cordoni di sicurezza. Il picchetto d’onore della Julia ha accompagnato la salita di mons. Lamba verso il sagrato, dove è stato accolto dall’abbraccio di mons. Andrea Bruno Mazzocato e dalle parole del sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni.

Il passaggio di testimone

Prima dell’inizio della celebrazione, la lettura della Lettera apostolica di Papa Francesco ha attestato la nomina di Riccardo Lamba ad Arcivescovo di Udine. Alla lettura, eseguita dal cancelliere arcivescovile mons. Pierluigi Mazzocato, ha fatto seguito il passaggio del bastone pastorale da mons. Mazzocato a mons. Lamba e l’insediamento in senso stretto di quest’ultimo sulla cattedra udinese. Accolto dalle acclamazioni aquileiesi e dal suono delle campane, da quel momento mons. Riccardo Lamba è a tutti gli effetti Arcivescovo metropolita di Udine.

«È un passaggio di consegne tra due servi di Cristo e della Chiesa. Tali siamo noi Vescovi. Volentieri metto nelle tue mani e nel tuo cuore questa Chiesa friulana, che ho amato e cercato di servire come sono stato capace», ha affermato in quel frangente mons. Andrea Bruno Mazzocato, Arcivescovo emerito. «Sono certo che sarà in buone mani e dentro un cuore ricco dell’amore del Buon pastore. Sotto il tuo magistero e la tua guida potrà continuare il suo cammino».

L’omelia. «Ducj insieme»

«Mandi!». Così mons. Lamba ha aperto la sua lunga omelia, protrattasi per ben 23 minuti. «Vi saluto con gratitudine, perché avete voluto essere qui oggi, venendo anche da lontano, con grandi sacrifici, per pregare insieme con me in questo giorno in cui do inizio al mio ministero episcopale al servizio di quanti vivono in questo territorio della Chiesa “mitteleuropea”».

Nelle sue parole, mons. Lamba ha tentato di rispondere a quell’interrogativo, espresso in friulano, «Ma cui isal chest predi che al ven a fâ il Vescul a Udin?». E lo ha fatto aprendo «lo scrigno della mia vita», ripercorrendo alcuni passaggi in cui – ha affermato – Dio stesso ha scelto la strada della sua esistenza.

Cuore dell’omelia sono state le parole ispirate alle letture del giorno, in particolare il Vangelo di Giovanni. «Vorrei iniziare – ha detto Lamba – dall’espressione che troviamo sulle labbra di Gesù nel Vangelo di Giovanni: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi”». «Dio ha scelto me, proprio me. Dio ha scelto ciascuno di voi, solo ed esclusivamente per amore!»

Significativa la conclusione, un autentico manifesto dell’episcopato del nuovo Arcivescovo: «Assaporerò la stessa Gioia di cui parla Gesù nel Vangelo, se rimarremo nel Suo Amore… tutti insieme! Ducj insieme! Vsi skupaj! Wir alle gemeinsam!». Le parole nelle lingue della Diocesi udinese contraddistinguono la tensione all’unità che si è intravista nelle prime battute del nuovo Arcivescovo, che anche nei momenti informali ha regalato un sorriso e una stretta di mano a chiunque.

I doni dell’Arcidiocesi udinese

L’Arcidiocesi ha omaggiato il suo nuovo Arcivescovo con due doni. Innanzitutto i paramenti sacri utilizzati durante la celebrazione: la casula, la mitria e la stola. In secondo luogo con la croce pettorale, consegnata a Lamba da mons. Guido Genero, il quale ha ricordato come «questa croce è il monogramma cristologico di Aquileia, simbolo della nostra Chiesa madre».

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