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Mamme, un dono

Pubblicato su “la Vita Cattolica” nr. 19/2023

Cosa significa essere mamme oggi? Si potrebbe riassumere con una sola parola: forza. Quella forza che nasce dal cuore e che tutto rende possibile, anche trasformare l’uno in due. È un’esperienza interiore unica, un periodo di crisi e di trasformazione della propria identità che implica un grande lavoro nella psiche della donna che dovrebbe condurla a proseguire nell’itinerario della propria esistenza, inoltrandosi nel presente, separandosi dal passato e camminando verso il futuro. Dal momento in cui la donna diventa madre lascia un tempo e uno spazio noti (nel lavoro, nella coppia, nella società) per andare verso tempi e spazi di una storia a-venire in cui in ogni suo pensiero e in ogni suo gesto l’io è diventato un noi.

Come ci ricorda Papa Francesco “Le madri sono l’antidoto più forte al dilagare dell’individualismo egoistico. “In-dividuo” vuol dire “che non si può dividere”. Le madri invece si “dividono”, a partire da quando ospitano un figlio per darlo al mondo e farlo crescere”. E ce la fanno sempre, anche nelle insidie di una società che sulla carta non opera più vistose discriminazioni sessiste, ma nella realtà agisce in maniera ambigua e non meno pervasiva. Le statistiche ci dicono che a tre anni dalla nascita un terzo delle mamme subisce la perdita o la riduzione sostanziale del lavoro, l’impoverimento economico, le violenze e l’impossibilità di riprendere quelle parti di sé che erano state messe da parte per i primi anni del nuovo nato.

Nel lavoro di coordinatrice del CAV e come donna e mamma, mi pongo delle domande: è giusto dare per scontata la forza che hanno le donne di farcela sempre? Come si può dare dignità all’investimento personale di una madre nel crescere un figlio che è dono per la società? Ci sono poche parole che possano descrivere quello che accade quando si dà uno spazio di riconoscimento alle madri: vederle insieme mentre studiano, collaborano nell’accudimento dei piccoli loro o di altre, quando si raccontano in cerca di sostegno e nuove strategie per affrontare i loro bisogni, quando fioriscono perché possono essere donne e mamme. In questi momenti si tocca con mano come la maternità sia il dono dell’incontro con l’imprevisto inteso come soggetto più che come evento: imparare a scoprire l’unicità celata in ogni nuova vita e cercare il modo per rispettarla.

Ci si può preparare a molte cose in vista dell’arrivo di un figlio, ma quali doni e quali fragilità quell’esserino farà riemergere, a quali rinunce e a quali ricchezze condurrà, non lo si potrà mai sapere fino a quando non lo si vive. Ma di una cosa si può essere certi: qualsiasi sia la scelta di una mamma, anche la più difficile, la più incomprensibile, è sempre mossa dall’amore per il figlio.

Proprio per complessità di questo percorso che tiene insieme dolcezza, amore, dolore, stanchezza, bellezza e speranza è necessario dar vita ad occasioni di sostegno che siano capaci di accogliere le silenziose richieste di aiuto delle madri sia durante la gravidanza sia dopo la nascita del piccolo.

La maternità è un atto d’amore immenso, splendido e incondizionato di cui le donne sono capaci. A tutti noi il compito di valorizzare questi doni vivificandoli nella società. Ricordiamolo nel giorno della festa della mamma, domenica 14 maggio. Auguri, di cuore, a tutte le mamme!

Elisa Gasparotto

Coordinatrice del Centro di aiuto alla vita di Udine

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