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testimonianza del card. Mario Zenari

Appello dalla Siria

Pubblicato su “la Vita Cattolica” nr. 7/2023

“Mandi”. Così ci saluta il cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, quando gli scriviamo per avere la sua testimonianza fra le macerie del tragico terremoto in Siria ed in Turchia. E’ stato infatti titolare della Pieve di San Pietro in Zuglio.

Sto portando la solidarietà del Papa, e con i vescovi, i sacerdoti, i religiosi e le religiose cerchiamo di organizzare i soccorsi e la solidarietà, che arriva già da tante parti. Siamo in un Paese in guerra. Le difficoltà logistiche non mancano. Voglio sperare che al primo posto ci sia la persona umana, la persona che soffre, e che vengano superate tante barriere, in primis politiche. Faccio appello alla buona volontà di tutti quanti, affinché si provi compassione per la gente al freddo, che ora manca di tutto e piange i propri cari.

Sono stato ad Aleppo, è considerata una “città martire”. Ricordo ancora il dicembre 2016, quando nevicava fortissimo, come adesso, e migliaia di persone dovevano fuggire dalla battaglia sanguinosa. Adesso queste stesse persone si chiedono: “Perché ci è capitato anche questo?”. Sono anche i preti, i religiosi a porre questa domanda: “Siamo stati sotto le bombe, c’erano i ribelli, ora da dove viene questa catastrofe?”. Domande a cui è difficile rispondere… Tra l’altro tutta la Siria era già sotto quella che io chiamo un’”altra bomba”, la bomba della povertà. Il 90% della popolazione, secondo le statistiche delle Nazioni Unite, vive sotto la soglia di povertà. Quindi prima le bombe reali, poi ogni sorta di armi usate, la povertà, adesso anche il grande terremoto.

Credo che questa tragedia sia un test umanitario sia per la Siria, sia per la comunità internazionale. Tutti devono essere capaci di superare contrasti, conflitti: purtroppo qui in Siria siamo in una situazione di guerra non ancora superata. Voglio sperare che il senso di umanità prevalga, si possa arrivare a questo auspicato cessate il fuoco, che tacciano le armi e che ci si rimbocchi tutti quanti le maniche per soccorrere la gente bisognosa. E poi indurre la comunità internazionale a superare gli interessi politici, le divisioni politiche: qui c’è da soccorrere l’umanità tout court. Sarà un test di umanità e saremo giudicati tutti di fronte alla storia: la Siria che deve superare divisioni e conflitti interni, come la comunità internazionale.

La gente ha molta paura: pure io poche ore fa, mentre visitavo una chiesa, ho sentito il pavimento tremare. La gente ha paura di rientrare nelle case, non sono più stabili, spesso danneggiate dagli anni di guerra. I danni peggiori sono quelli che non si vedono all’esterno: le fessure che le rendono inagibili. Un palazzo di sei piani, che ho visitato, è rimasto in piedi solo per metà. Nella parte rimasta illesa abitava un vescovo emerito, in quella crollata il suo segretario, un sacerdote di 50 anni trovato poi estratta morto da sotto le macerie.

Testimonianza del card. Mario Zenari,

nunzio apostolico in Siria

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