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L'editoriale

L’editoriale della settimana

di Marianna Orlandi

Pro vita dal Texas

Pubblicato su “la Vita Cattolica” nr. 5/2023

Difficilmente fa freddo in Texas. Talvolta nevica, con grandi gelate, ma solo per pochi giorni. Alla neve succede sempre un sole che il nostro Friuli conosce solamente nelle prime settimane di luglio. Poco lontano da Austin, c’è però chi ricorda la nevicata del 1985: quella durante la quale io stessa vidi la luce, nel piccolo eppure per troppi motivi famoso ospedale di Latisana.

Curioso come ci si sia conosciute: la sottoscritta, direttore esecutivo di un istituto di ricerca e formazione sulla famiglia e la cultura, avvocato, cattolica, pro-vita; e una donna, che chiameremo Anne, poco più che sessantenne, appassionata di yoga e cavalli, fan dei diritti riproduttivi (e assai probabilmente favorevole all’aborto e dispiaciuta per la sentenza della Corte Suprema che, nel giugno 2022, ha restituito ai singoli stati la possibilità di regolare l’accesso all’interruzione di gravidanza che prima era pressoché illimitato). Durante una gita con comuni amici, gita solennemente country (con cappelli, stivali, cavalli, e giganteschi trucks) Anne ed io parlammo del suo semestre a Bologna, della sua passione per Lucio Dalla, e del “freddo”- spirituale e materiale – che aveva caratterizzato quella sua esperienza, proprio nel 1985. Un freddo che ancora ricordava. Fu un attimo per me pensare al freddo – spirituale e materiale – patito, a pochi chilometri di distanza, da mia madre: una donna rimasta sola pochi mesi prima, ma che decise di portare avanti la propria gravidanza. Ancora mi chiedo chi l’abbia accompagnata all’ospedale.

Ma perché parlare di questo freddo? Perché farlo ora che il sole splende forte sulle vite mia, di mia madre, e di Anne? Perché’ nelle vite di tutti prima o poi “fa freddo” e quel che conta non è evitarlo ma comprenderlo, abbracciarlo, lasciare che passi. Tutti prima o poi lo sperimentiamo: un fidanzato che ci lascia, un mutuo che non si riesce a pagare, una malattia improvvisa, una gravidanza inattesa. Scrivo di questo freddo perché, dopo tanti studi e tanti anni di lavoro, in Italia e negli Stati Uniti, dedicati alla difesa della vita, dal concepimento alla morte naturale, e della famiglia, quella fondata sul matrimonio indissolubile tra un uomo e una donna, ho capito che non ci sono leggi né sentenze costituzionali che mai potranno eliminare il dolore dalla vita degli esseri umani. Quasi ogni giorno ringrazio Dio del fatto che mia madre non si fece spaventare dal freddo e accettò invece il dovere di scaldarmi e accudirmi. Così anche Anne, qualsiasi fosse stato il motivo del suo dolore, si fece forza a Bologna ed è ora la mamma felice di due splendide giovani donne.

In Texas mi dedico alla formazione di studenti universitari e di professionisti giovani e meno giovani ai valori della famiglia e della vita. Assieme parliamo e leggiamo di sessualità, antropologia, matrimonio, significato del vivere: iniziative fondamentali che spero un giorno fioriscano anche in Italia.

Certamente, come ho scritto altrove, non posso che rallegrarmi per il fatto che la Corte Suprema americana abbia finalmente ammesso che l’aborto non è mai diritto fondamentale, ma al più una triste realtà. Il messaggio che volevo portare al mio amato Friuli è però quello di una speranza che non viene dal diritto ma dalla Provvidenza e che resta vero ovunque ci si trovi. Voglio parlare alle madri che ora sono al freddo e promettere loro che il figlio che sembra un peso troppo grande da portare regalerà gioie che ora non possono nemmeno immaginare.

È al caldo che mia madre ha incontrato Anne. E si sono piaciute.

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