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Udine e dintorni

L’impianto di Biometano preoccupa Pagnacco e Tavagnacco

Puntano i piedi, i sindaci di Pagnacco, Laura Sandruvi, e di Tavagnacco, Giovanni Cucci, per bloccare la costruzione di un impianto per la produzione di biometano nell’area artigianale di via Giavis, a Pagnacco, a poco più di 600 metri dall’abitato di Branco. E a sostenere i due primi cittadini c’è anche il consigliere regionale Moreno Lirutti (Lista Fedriga), già sindaco di Tavagnacco, che, nell’ambito del disegno di legge 38 sull’installazione di impianti a fonti rinnovabili sul territorio regionale, è riuscito a far approvare dall’assemblea un ordine del giorno che impegna la Giunta regionale «a valutare l’opportunità di regolamentare in modo puntuale e dirimente gli impianti a biogas e biometano».

Proposto dalla società agricola consortile Pagnacco Biometano, l’impianto se verrà realizzato – l’investimento previsto è di ben 11 milioni di euro – occuperà una superficie di 40 mila metriquadri e dovrebbe trattare circa 30 mila tonnellate di letame bovino, pollina e liquami. Con conseguenze negative, temono i due Comuni, sulla viabilità e sugli odori.

Attualmente il procedimento è in fase istruttoria e la Regione, viste le richieste di integrazioni presentate da Arpa, Edr, Comune di Pagnacco, ha sospeso la Conferenza dei servizi che avrebbe dovuto autorizzare l’opera entro il 4 aprile.

«Sono molti – afferma Laura Sandruvi – i punti che non hanno trovato un chiarimento nella conferenza dei servizi. Innanzitutto in questa fase interlocutoria manca la presenza del Comune che subirebbe l’impatto maggiore, ovvero Tavagnacco con la sua frazione di Branco». Non solo: manca, secondo Sandruvi, «l’entità della possibile svalutazione degli immobili residenziali del Comune limitrofo e il danno economico che subirebbero le proprietà artigianali del Comune di Pagnacco già insediate nella zona, a causa delle emissioni odorifere».

In secondo luogo il sindaco di Pagnacco pone la questione urbanistica: «La zona interessata è soggetta a Piano attuativo comunale. Non accetteremo che esso sia bypassato come accadrebbe con l’autorizzazione unica data dalla Conferenza dei servizi».

Ancora. La questione viabilità. «La relazione sull’impatto della circolazione dei mezzi, che ne stima 16 al giorno – prosegue Sandruvi – è formulata su ipotetici calcoli dal mio punto di vista sottostimati e che non tengono conto del problema di sicurezza del tratto stradale interessato. Osservando la sede delle aziende che dovrebbero conferire – che si trovano nei comuni di Martignacco, Moruzzo, Plaino, Pagnaco, Buja, Colloredo, Cassacco e Tavagnacco – il nostro comune sarà attraversato da nord a sud e da est a ovest da camion di trasporto liquami, in totale contrapposizione con la conclusione della relazione della società proponente, che non tiene evidentemente conto del territorio». E poi la questione odorifera. La società proponente ha assicurato l’utilizzo di tecnologie avanzate per ridurre al minimo gli odori.

Ma secondo Sandruvi «non è chiaro come verrebbe utilizzato il bio filtro» e ci sono «enormi perplessità sul tipo di stoccaggio del materiale», oltre alla mancanza di «una seria valutazione sull’impatto del rumore, sui canali di scolo, sulle precauzioni in caso di forti allagamenti e conseguenti versamenti nei fossi» e «l’impatto ambientale, affidato ad una semplice barriera arborea nemmeno di pronto effetto».

Questi argomenti sono stati esposti da Sandruvi anche nel corso dell’assemblea pubblica tenutasi venerdì 28 febbraio nella sala parrocchiale di Branco, alla presenza di circa 300 cittadini, organizzata dalla lista “Intesa per Tavagnacco”, con gli interventi del sindaco di Tavagnacco, Cucci, e del consigliere regionale Moreno Lirutti. Il suo ordine del giorno, approvato dal Consiglio regionale, impegna la Giunta a regolamentare anche gli impianti a biogas e biometano e a «pianificare e programmare al meglio» il loro «posizionamento nel tessuto regionale esistente» oltre a chiedere il coinvolgimento delle comunità interessate e la garanzia del «più ampio spettro di valutazioni» «indirizzate ad analizzare e ridurre al minimo gli impatti sulla cittadinanza».
«Mi auguro – conclude Sandruvi – che anche in virtù di questo ordine del giorno la Regione sospenda l’iter autorizzativo. Non siamo contrari alla transizione energetica, ma le comunità vanno coinvolte nelle decisioni e gli impianti vanno posizionati in luoghi adatti. Quello di Pagnacco non lo è».

Stefano Damiani

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