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Regione

Natalità e giovani sotto la media in Fvg, ma cala la povertà

I risultati della ricerca “I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia, regione per regione”

La tutela e il rispetto dei diritti dei giovanissimi richiedono una guardia sempre ben alta, a partire dalla necessità di un monitoraggio costante dell’ambiente famigliare, attivandosi fin d’ora che nel Friuli-Venezia Giulia emergono numerosi parametri di estrema eccellenza per garantire alle nuove generazioni un futuro sereno. Le nude cifre evidenziano un tasso di natalità del 6,2 per mille (contro il 6,8 nazionale) e una popolazione under 18 di 171.822 soggetti, pari al 14,3% (15,7% in Italia) con un trend in netto calo. Anche l’indice di povertà relativa è in diminuzione (ammonta a 14,2, contro il 20,4 medio italiano), mentre quello della povertà alimentare si assesta sull’1,1% (2,8%) in una regione dove la spesa dei Comuni per i minori e le famiglie supera del 40% la media nazionale. 

Un Fvg, dunque, che investe sull’infanzia ma nel quale, oggi più che mai, è necessario prestare grande attenzione alle sacche di povertà materiale ed educativa (benché la partecipazione alle attività culturali e sportive, 65,6% e 71,1%, anche in questo caso sia di gran lunga superiore rispetto a una media nazionale da 50,1% e 59,8%), all’isolamento delle famiglie (soprattutto dei neogenitori) e alla salute mentale di bimbi e adolescenti.

Questo è quanto emerso, considerando solo alcuni passaggi salienti, dai contenuti della seconda ricerca dedicata a “I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia – I dati regione per regione”, realizzata dal Gruppo di lavoro per la Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Crc). Una serie di statistiche e indicatori che, per quanto concerne le 11 pagine dedicate al solo Fvg, sono stati analizzati in profondità nel corso di un convegno organizzato dal Garante regionale dei diritti della persona, Paolo Pittaro.

L’evento, ospitato nella sala Tessitori di piazza Oberdan a Trieste, si è svolto abbinando la modalità telematica a quella in presenza fisica, dando vita a una giornata voluta dal Garante di concerto con l’Assemblea legislativa regionale e svolta in collaborazione con la Fondazione diocesana Caritas Onlus di Trieste, International Action e il Centro per la Salute del Bambino.

Sette le aree tematiche (dati demografici; protezione; salute e servizi di base; educazione, gioco e attività culturali; ambiente familiare e misure alternative; povertà materiale ed educativa; risorse dedicate a infanzia e adolescenza), ben 164 gli indicatori e 20 le schede regionali messe a confronto con i valori nazionali per uno studio che, come già nel 2018, conferma una preoccupante disomogeneità tra i territori della penisola, ribadendo la necessità di procedere a una raccolta puntuale e sistematica delle informazioni necessarie per programmare interventi efficaci da parte delle Istituzioni.

Il garante Pittaro, dopo aver portato il saluto del presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, ha ricordato i contenuti complementari suggeriti dal recente incontro formativo su “Infanzia e adolescenza ai tempi del Coronavirus. Caratteristiche comportamentali ed esigenze educative”, aggiungendo l’importanza “di affrontare questi temi proprio in una data importante come l’anniversario della proclamazione da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni unite della Dichiarazione universale dei Diritti umani, nel trentennale della ratifica in Italia della Convenzione internazionale Onu dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza”.

Pittaro ha anche invitato a “una lettura soggettiva dei dati presentati, che ognuno può valutare nell’ambito di sua competenza come un mosaico che affascina, complessivamente, ma dove ogni singola tessera merita attenzione. Il Fvg, su alcuni punti, vive ancora in una situazione di eccellenza, soprattutto a livello sanitario, ma è necessario partire proprio da questa considerazione per effettuare ulteriori passi avanti, evitando di risultare superficiali o autoreferenziali. Esistono infatti indicatori come la mortalità infantile o i minori che non consumano almeno un pasto proteico al giorno che, per quanto bassi, non possono e non devono soddisfare in quanto l’unico obiettivo può essere costituito solo dal loro azzeramento”.

Gli interventi, moderati dalla giornalista Fabiana Martini, hanno preso il via dal resoconto sulle linee generali del Rapporto Crc da parte del presidente del Centro per la Salute del bambino, Giorgio Tamburlini, che ha evidenziato “la positività dei dati sanitari ed educativi regionali, ma anche l’importanza di capirne i motivi e lavorare sempre di anticipo. Soprattutto in una situazione di isolamento, aumentato con la pandemia”.

 

Dipendenza tecnologica e servizi educativi.

Povertà.

Adozioni.

Prospettive.

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