«Sono molto emozionata. Forse il pensiero nella mia testa non è ancora del tutto chiaro, però nel cuore c’è una gioia grande!». Lucrezia De Bortoli, 28 anni, originaria di Pravisdomini (Pn) in servizio per l’aspirantato con le Piccole apostole della Carità alla Nostra famiglia di Pasian di Prato, domenica 7 settembre vivrà la prima professione per proseguire il suo cammino all’interno dell’istituto secolare fondato da don Luigi Monza. La S. Messa sarà celebrata a Ponte Lambro (Como), dove si trovano la casa madre dell’istituto e il sacello di don Luigi, e sarà presieduta dall’arcivescovo di Udine mons. Riccardo Lamba.
Un’emozione grande la sua, nell’imminenza della prima tappa ufficiale, dopo tre anni di cammino con le Piccole apostole della Carità, come ha raccontato alla Vita Cattolica e Radio Spazio la giovane: «Ho conosciuto le Piccole apostole nel 2019, facendo un’esperienza breve di volontariato residenziale alla Nostra Famiglia di San Vito al Tagliamento. Non conoscevo bene quella realtà, né sapevo cosa avrei fatto se non che ci sarebbero state delle persone con disabilità con le quali mi sarei impegnata».
L’impatto con le Piccole apostole è stato fin da subito intenso. «Ho incontrato delle persone “diverse”, ma allo stesso tempo come tutte le altre che mi hanno affascinato per la loro semplicità, per il loro modo di essere secolari, senza un vestito, ma che si donano al Signore spendendosi nel mondo in vari modi: dai più semplici ai più complessi. Chi non ci conosce non sa che siamo delle consacrate. Non è neanche la prima cosa che diciamo, però poi lo si capisce, per i nostri modi, per come ci comportiamo nei confronti dei più piccoli, di chi ci chiede un consiglio, la preghiera».
Lucrezia era già in ricerca, «ma forse non avevo ancora capito ancora cosa o chi cercavo – aggiunge –. Lì sicuramente un piccolo germoglio è nato. Poi ci ho messo un po’ di tempo per capire per cosa, per chi, spendere la mia vita». Sono trascorsi alcuni anni, la giovane ho fatto diverse esperienze, e nel 2022 è arrivata la scelta, maturata poi nell’esperienza con l’istituto, nel servizio alla Nostra famiglia e in parrocchia a Pasian di Prato. «Non siamo suore, ma consacrate secolari – specifica –. Siamo delle donne che scelgono di donarsi al Signore stando nel mondo e avendo una propria professionalità. Possiamo scegliere se vivere in fraternità o se vivere una vita individuale in casa propria o con la propria famiglia d’origine. Direi che siamo come il lievito: facciamo fermentare la massa, ma senza essere noi quelle che esaltano; facciamo piuttosto esaltare chi ci sta accanto».
«Vivo qui a Pasian di Prato da tre anni, è una bella realtà – conclude –. Partecipo anche alle attività parrocchiali e diocesane, in particolare tra i giovani e lavoro come insegnante con i bambini della Nostra famiglia a San Vito al Tagliamento: è sempre bello potersi prendere cura dei più piccoli, delle persone più fragili, dando quello che si ha e si può. Di fatto sono i bambini che ci danno tanto molto di più, sono loro che fanno del bene a noi».
Attese per il futuro, ora che la prima professione si avvicina? Una, grande: «Spero di potermi realizzare – risponde la giovane – secondo il desiderio e la volontà del Signore per la mia vita».