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Papa Francesco, condizioni stazionarie. Ventilazione meccanica anche la notte

Notizia in aggiornamento

 

4 marzo, ore 23.30

Le condizioni di Papa Francesco, martedì 4 marzo, risultano stabili. La Sala stampa della Santa Sede ha infatti comunicato che il Papa «ha presentato episodi di insufficienza respiratoria, né broncospasmo». Non ha febbre ed è sempre vigile.

Il Santo Padre alterna l’ossigenoterapia ad alti flussi con «la ventilazione meccanica non invasiva», la classica “maschera”, che sarà applicata nel corso della notte.

 

4 marzo, ore 8.45

Nuovo peggioramento della condizione clinica di Papa Francesco. Come riportato nel bollettino medico serale di lunedì 3 marzo, il Papa ha sofferto due «episodi di insufficienza respiratoria acuta», causati da «importante accumulo di muco endobronchiale e conseguente broncospasmo». «Sono pertanto state eseguite due broncoscopie con necessità di aspirazione di abbondanti secrezioni», prosegue la nota.

Sin dal suo ricovero il Santo Padre aveva avuto due episodi simili: ora una nuova doppia crisi nel giro di poche ore. Il bollettino medico non riporta l’effettuazione di attività lavorative, come invece accaduto nei giorni scorsi.

 

3 marzo, ore 9.00

La crisi respiratoria sembra rientrata, tuttavia «In considerazione della complessità del quadro clinico, la prognosi resta riservata».

Nel testo diramato, come di consueto, in occasione della preghiera dell’Angelus, Francesco ha affermato «ringrazio Dio perché mi dà l’opportunità di condividere nel corpo e nello spirito la condizione di tanti ammalati e sofferenti».

 

28 febbraio, ore 21.15

Dopo diversi giorni di lievi miglioramenti, nel mattino di venerdì 28 febbraio il Santo Padre ha accusato una «una crisi isolata di broncospasmo» con versamento nelle vie aeree. Il bollettino della sera ha evidenziato come in occasione dell’episodio «Il Santo Padre è stato prontamente broncoaspirato ed ha iniziato la ventilazione meccanica non invasiva, con una buona risposta sugli scambi gassosi. Il Santo Padre è sempre rimasto vigile e orientato, collaborando alle manovre terapeutiche».

Continuano, intanto, le iniziative di preghiera in tutto il mondo.

 

26 febbraio, ore 22.30

La prognosi resta riservata, ma le condizioni di salute di Papa Francesco sono in miglioramento. È quanto afferma il bollettino medico della sera di mercoledì 26 febbraio, giorno in cui il Santo Padre ha proseguito la minima attività lavorativa che aveva contraddistinto anche i giorni precedenti.

Dal punto di vista clinico, è rientrata l’insufficienza renale emersa sabato 22 febbraio. Gli esami del sangue e la tac (eseguita martedì 25) confermano il leggero, ma progressivo, miglioramento.

 

25 febbraio, ore 21.00

Papa Francesco è ancora in prognosi riservata. Il bollettino medico della serata di martedì 25 febbraio parla di «condizioni cliniche del Santo Padre rimangono critiche, ma stazionarie». Nel corso della giornata, tuttavia, è stato significato il fatto che Francesco abbia proseguito un’attività lavorativa: alle 12 infatti il consueto Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede ha annunciato la firma da parte del Papa di alcuni decreti del Dicastero delle Cause dei Santi, indicendo anche un Concistoro che riguarderà le prossime canonizzazioni.

Dal punto di vista sanitario, il bollettino della sera riporta che martedì «Non si sono verificati episodi acuti respiratori ed i parametri emodinamici continuano ad essere stabili. In serata ha effettuato una tac di controllo programmata per il monitoraggio radiologico della polmonite bilaterale».

 

24 febbraio, ore 23:00

«Le condizioni cliniche del Santo Padre nella loro criticità dimostrano un lieve miglioramento». È rassicurante l’apertura della nota della Sala Stampa della Santa Sede con cui – ormai di consueto – si traccia l’andamento clinico della giornata di Papa Francesco. Lunedì 24 febbraio non si sono registrate crisi respiratorie e alcuni valori ematici sono in miglioramento, segno che il Santo Padre risponde positivamente alle terapie per curare l’infezione polmonare. «Non desta preoccupazione» nemmeno il monitoraggio della lieve insufficienza renale riscontrata già il giorno precedente.

Segnali incoraggianti arrivano anche dal fatto che il Papa «In mattinata ha ricevuto l’Eucarestia, mentre nel pomeriggio ha ripreso l’attività lavorativa».

In serata ha chiamato il parroco dell’unica Parrocchia cattolica della Striscia di Gaza, l’argentino Gabriel Romanelli, per esprimere la sua paterna vicinanza. La chiamata quotidiana a Gaza è un’abitudine del Santo Padre fin da quando è scoppiato il conflitto tra Israele e Hamas. «Papa Francesco ringrazia tutto il popolo di Dio che in questi giorni si è radunato a pregare per la sua salute».

 

23 febbraio, ore 19:40

Il bollettino medico serale di domenica 23 febbraio parla di condizioni di salute che «permangono critiche». Papa Francesco non ha avuto ulteriori crisi respiratorie e ha ottenuto due nuove trasfusioni. Tuttavia, la Santa Sede afferma che «alcuni esami sanguigni dimostrano una iniziale, lieve, insufficienza renale, allo stato sotto controllo».

Il Santo Padre, comunque, continua a essere vigile e ben orientato. La complessità del quadro clinico, e l’attesa necessaria affinché le terapie farmacologiche possano dare qualche riscontro, impongono che la prognosi resti riservata.

«Nel corso della mattina – ricorda il bollettino medico -, presso l’appartamento allestito al 10° piano, il Papa ha partecipato alla Santa Messa, insieme a quanti in questi giorni di degenza si prendono cura di lui».

 

23 febbraio, ore 9:20

Papa Francesco è in terapia intensiva da sabato 22 febbraio. La notizia è giunta nella mattinata di domenica con l’ormai consueta nota con cui la Santa Sede aggiorna sul trascorso della notte. «Le sue condizioni – prosegue la nota – restano critiche e la prognosi è riservata. Quest’oggi il Pontefice non reciterà l’Angelus e il testo sarà reso pubblico alle 12 come domenica scorsa».

 

22 febbraio, ore 21.15

La Sala stampa della Santa Sede riporta che nella mattinata di sabato 22 febbraio Papa Francesco ha avuto una prolungata crisi respiratoria asmatiforme «che ha richiesto anche l’applicazione di ossigeno ad alti flussi». La nota della Santa Sede emessa nella serata di sabato 22 febbraio riporta anche che «Gli esami del sangue odierni hanno inoltre evidenziato una piastrinopenia, associata ad un’anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni». La prognosi continua a essere riservata.

La Chiesa prega per il suo Papa: la Conferenza episcopale italiana ha diramato un invito alla preghiera nelle celebrazioni di domenica 23 febbraio.

 

20 febbraio, ore 18:30

La Presidenza della Conferenza episcopale italiana ha invitato le comunità ecclesiali a pregare per Papa Francesco, ricoverato da venerdì 14 febbraio al Policlinico A. Gemelli di Roma. L’Ufficio Liturgico Nazionale ha preparato alcune intenzioni di preghiera da inserire nelle Celebrazioni Eucaristiche e nella Liturgia delle Ore. È stato predisposto un sussidio, disponibile anche sul sito web dell’Arcidiocesi di Udine.

 

20 febbraio, ore 8:45

Nella prima mattina di giovedì 20 febbraio la Sala Stampa della Santa Sede ha comunicato che «la notte è trascorsa serena, il Papa si è alzato e ha fatto colazione in poltrona». Alcune fonti romane parlano di condizioni di salute serie ma non preoccupanti. Non è ancora chiara la lunghezza della degenza del Santo Padre al policlinico “Gemelli”.

 

19 febbraio, ore 20:45

Un nuovo bollettino medico, diramato poco dopo le 19, indica un leggero miglioramento nella salute del Santo Padre. «Le condizioni cliniche del Santo Padre si presentano stazionarie. Gli esami del sangue, valutati dallo staff medico, dimostrano un lieve miglioramento, in particolare degli indici infiammatori. Dopo aver fatto colazione ha letto alcuni quotidiani quindi si è dedicato alle attività lavorative con i suoi più stretti collaboratori. Prima di pranzo ha ricevuto l’Eucarestia».

Nel pomeriggio Papa Francesco ha ricevuto la visita della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, con la quale «si è trattenuto in forma privata per 20 minuti».

 

19 febbraio, ore 17:30

Dalla Conferenza episcopale italiana è giunta una dimostrazione di affetto e vicinanza al Santo Padre, assicurando la preghiera: «Rinnoviamo la vicinanza delle Chiese in Italia a Papa Francesco – si legge in una nota -, ricoverato da venerdì 14 febbraio al Policlinico A. Gemelli. Nell’affidare al Signore l’operato dei medici e del personale sanitario, ci stringiamo al Santo Padre con affetto, invitando le comunità ecclesiali a sostenerlo con la preghiera in questo momento di sofferenza».

 

Notizia originaria: 19 febbraio, ore 9:00

«Un quadro complesso». Parole che ricorrono a ogni bollettino medico emesso a partire da venerdì 14 febbraio, quando Papa Francesco è stato ricoverato al policlinico “Gemelli” di Roma per l’aggravarsi dello stato di salute. Un quadro legato alle condizioni delle vie respiratorie del Santo Padre, che già nelle settimane precedenti aveva ripetutamente rinunciato a leggere discorsi e messaggi, affidando i testi preparati alla sola pubblicazione.

La nota diffusa nella mattinata del 19 febbraio afferma che «Il Papa ha trascorso una notte tranquilla, si è svegliato e ha fatto colazione». Il bollettino più preoccupante, tuttavia, è del pomeriggio di martedì 18 febbraio, quando la Sala stampa della Santa Sede ha diffuso un comunicato secondo cui «La tac torace di controllo alla quale il Santo Padre è stato sottoposto questo pomeriggio (martedì, ndr), prescritta dall’equipe sanitaria vaticana e da quella medica della Fondazione Policlinico “A. Gemelli”, ha dimostrato l’insorgenza di una polmonite bilaterale che ha richiesto un’ ulteriore terapia farmacologica».

Papa Francesco stava già seguendo una terapia cortisonica per curare l’infezione respiratoria polimicrobica insorta su un quadro di bronchiectasie e bronchite asmatiforme. Infezioni e terapie di non poco conto nel fisico di un uomo di 88 anni, peraltro già gravato da croniche difficoltà polmonari oltre che deambulatorie.

Tale quadro clinico ha causato un completo rimodulamento dell’agenda del Papa, il quale ha dovuto annullare l’udienza giubilare di sabato 15 febbraio e la sua presenza al Giubileo degli artisti, celebrato nel medesimo fine settimana. Per la Messa conclusiva del Giubileo dei diaconi –  i cui eventi sono previsti dal 21 al 23 febbraio -, il Santo Padre ha designato mons. Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, quale suo delegato per presiedere la solenne celebrazione.

Nei comunicati della Santa Sede, tuttavia, si riferise anche che il Santo Padre continua a essere «di umore buono» e si dedica alla lettura di giornali e di brevi testi. «Ringrazia per la vicinanza che sente in questo momento e chiede, con animo grato, che si continui a pregare per lui».

G.L.

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