“Calo demografico, famiglie in difficoltà, fuga di giovani, disparità tra occupazione femminile e maschile, con differenze di genere, anche pesanti, sui salari.
Temi sui quali il Fvg soffre un ritardo che sta determinando impatti rilevanti per la comunità regionale. È necessaria una svolta attraverso un approccio sistemico, con la definizione dei livelli essenziali dei servizi, con i Comuni che, attraverso gli Ambiti, devono essere protagonisti della costruzione dei Piani territoriali per le famiglie, con il supporto di un’apposita Agenzia regionale”.
Lo afferma in una nota la consigliera regionale Manuela Celotti
(Pd) che oggi, nel corso di una conferenza stampa a Udine, insieme al capogruppo Diego Moretti, al sociologo Paolo Molinari, all’urbanista Maurizio Ionico e a Gianni Torrenti, già assessore regionale del Fvg, alla presenza di diversi portatori di interessi, ha illustrato la proposta di legge “Nuovo welfare Fvg per le famiglie”.
“Quella presentata oggi – spiegano Moretti e Celotti – è una proposta di legge aperta, frutto di un lavoro di confronto con le parti sociali e interno al Partito democratico, sulla quale apriremo nuovamente un confronto prima del definitivo deposito in Consiglio regionale”.
“I cambiamenti profondi della composizione demografica e delle strutture sociali – continua Celotti – hanno portato a diverse problematiche. Si pensi che sei bambini su dieci non trovano posto negli asili nido, l’occupazione femminile è inferiore a quella maschile del 10 per cento e con disparità salariali che arrivano a 10mila euro su base annuale. In questa situazione, le donne si occupano dei bisogni familiari due mesi in più all’anno rispetto agli uomini. E ancora, la continua e costante fuoruscita di giovani (fra i 2 e i 3 mila all’anno) a fronte dei pochi arrivi e rientri fa sì che non ci sia compensazione di flusso, a fronte di un importante invecchiamento della popolazione. Tutto questo pone seri problemi di sostenibilità del nostro sistema, come denunciano ormai da tempo anche le rappresentanze del mondo economico”.
“Nella proposta di legge il gruppo del Pd – spiega Celotti – propone un Piano straordinario di interventi strutturali, del valore di 180 milioni di euro, per ampliare la tipologia e la copertura dei servizi di supporto alle famiglie, con particolare riferimento ad asili nido, integrazione dell’orario scolastico, centri estivi: Puntiamo alla diffusione uniforme di questi servizi, tenendo conto delle specificità dei diversi contesti, a una copertura universalistica e alla gratuità. Fattibilissimo, visto che il bilancio regionale cuba a più di sette miliardi, mentre le risorse destinate alle misure per la famiglia valgono
l’1,5 per cento del totale: nulla, vista la crisi socio-demografica in atto”.
“Le misure previste dalla norma – aggiunge Celotti – prevedono il finanziamento regionale e la successiva gestione locale da parte dei Comuni, attraverso i piani territoriali, con la valorizzazione e il coinvolgimento delle realtà del Terzo settore e delle imprese, attraverso un approccio di welfare di comunità”.
“Ma non finisce qui – continua la consigliera -, perché accanto ai servizi si prevede anche un importante aiuto di 200 euro al mese per le spese di mantenimento dei minori da zero a tre anni, una carta denominata ‘Benvenuti Fvg’ che consente l’accesso a un paniere di servizi e aiuti per chi trasferisce la residenza nella nostra regione, l’abbattimento dell’addizionale regionale Irpef per gli under 35, il sostegno alle aziende che attivano servizi di conciliazioni e sistemi di welfare”.
“Questa proposta di legge – evidenzia l’esponente regionale – rappresenta un primo passo di un percorso di revisione coraggiosa delle politiche regionali. Per essere realmente efficace dovrà integrarsi con un Piano industriale all’avanguardia, con politiche per i giovani, sull’immigrazione, sulla casa. È necessario rivedere i modelli di sviluppo e per farlo serve sottoscrivere un nuovo patto sociale con il tessuto produttivo, con le parti sociali e con il terzo settore”.
“Ognuno – conclude Celotti – deve fare la sua parte, anche in termini del miglioramento delle condizioni lavorative, a partire dai salari, e in termini di innovazione, per rendere attrattivo il Friuli Venezia Giulia, ma alla Regione sta il compito di avviare il cambiamento”.