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Porzûs, «artefici di pace se riconosciamo il nostro passato»

«La commemorazione di Porzûs deve essere la comprensione di fatti del passato per chiuderne le ferite e guardare al futuro con spirito di pacificazione: noi abbiamo davanti anni di pace e possiamo essere artefici di essa se sapremo comprendere le vicende del passato, ricordarle e assegnarle poi alla storia». Lo ha affermato il vicepresidente del Friuli-Venezia Giulia Mario Anzil, portando i saluti del governatore Massimiliano Fedriga al termine della Santa Messa nella chiesa di Canebola, celebrata in occasione del 79° anniversario della strage di Porzûs, definendo l’evento «una giornata di ricordo e di comprensione di fatti drammatici del passato ma nel contempo anche di speranza per la pacificazione e l’amicizia nel futuro». Il vicegovernatore ha commentato più passi dell’omelia di don Marco Minin, cappellano militare della Brigata alpina “Julia”.

«Per decenni siamo stati qui in Friuli il presidio armato del confine orientale della nostra nazione e ora possiamo avere un ruolo diverso, essere il centro della cultura della pace dell’Europa. Possiamo mutare significato al termine confine, che qui potrà essere inteso non più come un muro, ostacolo, divisione, cortina di ferro, ma come una nuova opportunità di amicizia e pace», ha aggiunto Anzil.

Autorità e sindaci alla Santa Messa

Si è ricordato dunque l’eccidio delle malghe, in cui 17 partigiani ‘verdi’ della brigata Osoppo-Friuli furono trucidati, tra il 7 e il 18 febbraio del 1945, a opera dei gappisti rossi guidati da Mario Toffanin. Tra le vittime c’era il comandante della brigata, il capitano Francesco De Gregori, zio del cantautore. La giornata era iniziata con la deposizione della corona e i discorsi ufficiali in piazza a Faedis, alla presenza del ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani; conclusa la cerimonia nel centro del paese, a cui ha preso parte su invito del presidente Volpetti anche una delegazione di ragazzi ospiti della “Casa dell’Immacolata di don Emilio de Roja” di Udine, il corteo si è diretto nella frazione di Canebola dove le autorità hanno deposto la corona ai Caduti nei pressi della chiesa parrocchiale. Erano presenti, tra gli altri, le istituzioni locali, Paola Del Din, medaglia d’oro al valor militare e il ministro per i rapporti con il parlamento Luca Ciriani.

Ciriani: da tragedie come Porzûs nasca un’Italia più forte

“Noi abbiamo il dovere di guardare avanti, di imparare dalle tragedie alle nostre spalle – ha detto il ministro – Dobbiamo – ha ribadito – costruire un’Italia più forte che dimentichi le proprie divisioni e faccia in modo che tutta questa nostra storia serva a costruire, appunto, un Paese più unito e più forte”.

Il vicepresidente Anzil ha sottolineato ancora l’importanza di non tacere la verità sulla storia passata e a tal proposito ha ricordato come la Regione abbia finanziato le ricerche d’archivio che hanno portato alla luce drammatici aspetti degli ultimi giorni della vita degli osovani uccisi a Porzûs. «Saremo altrettanto vicini all’Associazione partigiani Osoppo nella necessaria attività di recupero delle malghe» ha assicurato l’esponente della Giunta Fedriga al presidente dell’Apo Roberto Volpetti e rendendo omaggio alla presenza alla cerimonia della Medaglia d’oro Del Din.

Proprio lei ha preso per prima la parola commossa, al termine della celebrazione e della lettura di alcuni passi del diario degli ultimi giorni del comandante “Bolla”, l’ufficiale della brigata “Osoppo” Francesco De Gregori.

 

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