Abbonati subito per rimanere sempre aggiornato sulle ultime notizie
Bassa FriulanaIn evidenzaRegione

Mons. Carlo Fant: «Dopo 60 anni, Latisana pretende sicurezza»

«A sessant’anni dall’alluvione Latisana può pretendere di avere sicurezza». A dirlo è mons. Carlo Fant, il parroco della cittadina della bassa friulana. E lo ripeterà, don Fant, anche rivolgendosi alle autorità nel corso della Santa Messa che martedì 2 settembre celebrerà in duomo (non più al campo sportivo, come previsto inizialmente) alle ore 19; proprio al campo sportivo il 2 settembre del 1965, alle 19.30, il Tagliamento ruppe l’argine sinistro e riversò le sue acque su Latisana, sommergendola fino 2 metri e mezzo di altezza e causando 11 vittime e devastazione ovunque. Ad essere sommersi furono anche Latisanotta, Ronchis, Fraforeano, Gorgo, Pertegada, Bevazzana. E pure l’abitato di Precenicco fu allagato da un metro d’acqua. Quando il fiume si ritirò, lasciò un mare di fango e danni ingentissimi ad edifici e attività produttive, valutati, in quell’anno, in sette miliardi di lire. Don Fant ricorderà tutto ciò nel corso dell’omelia.

«Per Latisana – sostiene mons. Fant – il Novecento è stato segnato come in una via Crucis dalle distruzioni della rotta di Caporetto, da quelle dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, che causarono 110 morti, di cui molti bambini. Sempre la nostra città ha ricostruito. E negli anni ‘60 si stava sviluppando, con il commercio, anche grazie a Lignano che stava sorgendo. Poi arrivò quel 2 settembre, la terza stazione della Via Crucis. E un anno dopo, il 4 novembre 1966, la seconda alluvione, ancora più pesante della prima».

In tutti questi anni, riflette il parroco, sono stati fatti degli interventi. «Da Ronchis fino a Sabbionera la Regione e lo Stato hanno diaframmato l’argine. Ma ciò non è sufficiente. Se un’alluvione come quella del 1965 o del 1966 dovesse ritornare, l’acqua uscirebbe con la stessa violenza».

Nel numero di Vita Cattolica in edicola dal 29 agosto, un servizio di due pagine sull’anniversario, con i ricordi dei latisanesi che vissero l’alluvione, il portavoce del Comitato 60° Alluvione, Giorgio Mattassi («Con la difesa di Latisana siamo punto e a capo») e del sindaco della cittadina della bassa friulana, Lanfranco Sette, che chiede che la regione prosegua con il progetto del Ponte laminante di Dignano, auspicando un dialogo con i comuni del medio corso del Tagliamento, invitati alla cerimonia.

Articoli correlati