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Chiesa

“Dignità è libertà”, contro la tratta di esseri umani in Sierra Leone

Il progetto “Un pane per amor di Dio” del Centro missionario diocesano quest’anno sostiene la diocesi di Makeni

Aperta la campagna di fraternità tra Chiese, promossa annualmente dal Centro missionario diocesano. Il progetto 2023, intitolato “Dignità e libertà”, ambisce a ridonare speranza alle persone che, in Sierra Leone e in particolare nella Diocesi di Makeni, rientrano al loro paese dopo esperienze di migrazione o sfruttamento, prevenendo così il triste fenomeno della tratta degli esseri umani.

Da 60 anni (dal 1962), con lo slogan «Un Pane per Amor di Dio», l’Arcidiocesi di Udine – attraverso il Centro missionario diocesano – promuove un’attenzione di fraternità nei confronti di una Diocesi del mondo con cui è in diretto contatto. Pur essendo presentati in Quaresima, i progetti «Un pane per amor di Dio» propongono una fratellanza tra Chiese che si concretizza con una raccolta di fondi da sviluppare lungo l’intero anno, fino alla Quaresima successiva. Qualora altre iniziative impegnassero il gruppo missionario, la Parrocchia e/o la Collaborazione Pastorale in questo momento, il Centro missionario diocesano propone, pertanto, di individuare un’altra occasione durante l’anno per aderire a questo impegno diocesano di cooperazione tra le Chiese.

La Sierra Leone – paese africano di 8,4 milioni di abitanti, affacciato sull’Oceano Atlantico e situato tra Guinea e Liberia – è uno dei principali paesi di invio di manodopera in Africa occidentale, in particolare nei paesi limitrofi. Il numero esatto di sierraleonesi che sono emigrati all’estero è sconosciuto a causa del fenomeno della migrazione irregolare e dell’assenza di un sistema di registrazione centralizzata. Secondo l’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), tra il 2017 e il 2020 oltre 3.000 sierraleonesi sono stati aiutati a tornare nel loro paese (OIM, 2020). Tra questi, particolarmente critica è la situazione di molte donne impiegate come domestiche in Medio Oriente, le quali hanno subito abusi, dal lavoro forzato alla violenza sessuale. Fuggire da situazioni di sfruttamento è difficile, ma può essere altrettanto difficile reinserirsi nel tessuto sociale sierraleonese. I rimpatriati, già psicologicamente fragili, vengono spesso visti come falliti, incontrano difficoltà nel trovare lavoro, e devono affrontare alti livelli di stigmatizzazione. Un buon numero sono respinti dai loro familiari ed emarginati dalla comunità. Per questo motivo la Caritas della Diocesi di Makeni ha previsto la creazione di un centro di accoglienza sul modello del PARI (Punto di Accoglienza per Rifugiati e Immigrati) di Caritas Dakar. 

Mons. Natale Paganelli, missionario saveriano e amministratore apostolico della Diocesi di Makeni -, in un inviato alla Diocesi di Udine motiva il progetto di un centro di accoglienza per prevenire il traffico di esseri umani e donare speranza ai migranti di rientro e alle vittime di tratta.

«Ringrazio la Diocesi di Udine, il suo Vescovo, i sacerdoti, i religiosi e i laici per aver considerato la Sierra Leone nella campagna di Quaresima 2023 – afferma mons. Paganelli –. Mi sono permesso di presentare a voi il progetto dell’immigrazione perché in Sierra Leone sta aumentando il numero di emigranti e noi vorremmo creare coscienza tra la nostra gente dei rischi di partire, dei rischi di arrivare in un paese dove non hai i documenti e dove stanno anche soffrendo la crisi economica che ha colpito il mondo intero a causa del Covid-19. Abbiamo preso la decisione di aprire uno sportello (che in loco sarà chiamato “Migration Desk” n.d.r.) della Caritas in modo che possiamo iniziare a creare sensibilizzazione tra la gente – soprattutto gli alunni delle scuole (la Diocesi ha più di cento scuole tra medie, superiori e l’università di Makeni) – del problema che è “partire”».

«Allo stesso tempo abbiamo un’altra problematica –continua mons. Paganelli –: molti di quelli che sono partiti vengono rimpatriati dai Paesi nei quali si trovano e arrivano con una carica di traumi e, a volte, affrontano il rifiuto delle famiglie perché non sono riusciti a rientrare dello sforzo economico compiuto per partire… per cui sono considerati degli “sconfitti”. Noi vorremmo iniziare un processo di aiuto, di supporto a queste persone offrendo cibo, vestiti, assistenza sanitaria e cercare, con le connessioni che abbiamo, di trovare loro un lavoro “iniziale” che permetta di essere autonomi economicamente e ricominciare la loro vita. Questo è un progetto pilota che mira a essere un esempio per le quattro Diocesi della Sierra Leone. Come Presidente della Caritas della Sierra Leone sono in contatto con la Santa Sede affinché possiamo collaborare e iniziare davvero un processo di sensibilizzazione in modo che le persone non partano e al contempo di accoglienza per quelli che ritornano. Ringrazio tutti fin d’ora per la vostra generosità e auguro a tutti una buona Quaresima».

Come contribuire

Alla campagna di fraternità promossa dal Centro missionario diocesano si può contribuire in vari modi:

Conto corrente postale n° 65921272, intestato all’Associazione Missiòn onlus;

Bonifico postale: IBAN IT 88 V 07601 12300 0000 65921272, Associazione Missiòn onlus;

Conto corrente bancario: IBAN IT 75 I 05018 12000 000011159951, Banca Etica, intestato all’Associazione Missiòn onlus;

Eventuali donazioni in contanti possono essere consegnate a fronte di una ricevuta dal lunedì al giovedì mattina (ore 9:00 – 12:00) presso il Centro Missionario diocesano oppure concordando giorno e orario telefonando al 0432-414501.

Missiòn onlus – oggi Missiòn ODV (organizzazione di volontariato) – è una sorta di “braccio operativo” del Centro Missionario diocesano di Udine.

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