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Regione

Serracchiani: “Venzone esempio per i terremotati del Centro Italia”

Le statue dei dodici Apostoli che si trovavano a coronamento del tetto del Duomo di Sant’Andrea, completamente distrutto dalle scosse del terremoto del 1976, saranno custodite al coperto. All’esterno verranno poste delle copie.

“Questa è una giornata importante per la comunità di Venzone e per il Friuli che venne colpito quarant’anni fa dal terremoto. Queste state sono l’emblema del completamento della ricostruzione e sono un esempio per le popolazioni del Centro Italia”. Lo ha affermato la presidente della Regione, Debora Serracchiani, oggi nel duomo di Venzone, in occasione della cerimonia organizzata per il completamento del restauro, effettuato con il sostegno dell’Amministrazione regionale, delle statue dei dodici Apostoli che si trovavano a coronamento del tetto del Duomo di Sant’Andrea, completamente distrutto dalle scosse del terremoto del 1976 e ricostruito per “anastilosi” tra il 1988 e il 1995, riutilizzando le pietre originarie.

“E’ un segnale importante – ha detto la presidente riferendosi a quest’ultimo tassello della rinascita del borgo medioevale friulano – che è simbolicamente rilevante anche per le popolazioni dell’Italia centrale duramente colpite dai terremoti degli ultimi mesi. Il duomo di Venzone è un modello della possibilità di ricostruire dov’era e com’era, addirittura con le stesse pietre”. “Credo che questo sia davvero – ha aggiunto Serracchiani – un aiuto prezioso, naturalmente in termini simbolici, un incoraggiamento che possiamo dare a quelle persone”.  

Le dodici statue restaurate, che sono ora visibili all’interno del Duomo, saranno collocate nel contiguo lapidario, per preservarle dalle intemperie. Di esse nei prossimi mesi saranno realizzate delle copie, destinate a prendere il posto, sul tetto, delle originali. In questo modo sarà finalmente restituito l’aspetto originario al Duomo di Sant’Andrea apostolo, che fu consacrato dal Patriarca Bertrando di Aquileia il 2 agosto del 1338 (un anno prima del Duomo di Gemona) e custodisce al suo interno preziose opere realizzate tra il tredicesimo e il ventesimo secolo. 

Nell’occasione Serracchiani ha voluto ricordare le tante iniziative promosse tra maggio e settembre nella ricorrenza del quarantennale del terremoto del Friuli, tra le quali la decisione di dar vita nella frazione di Portis di Venzone a una scuola internazionale di formazione in materia di gestione della risposta in emergenza sismica, quale frutto di un lavoro messo a punto in particolare da Protezione civile del Friuli-Venezia Giulia, Università di Udine, Corpo nazionale dei vigili del Fuoco, Associazione Comuni terremotati e sindaci della Ricostruzione, Comune di Venzone. Un campo di esercitazione permanente, la cui utilità è stata purtroppo resa evidente dai terremoti nell’Italia centrale, secondo la presidente Serracchiani, la quale ha anche richiamato l’analogia tra l’esperienza del Friuli terremotato e quella in atto nel Centro Italia: anche lì la recente più forte seconda scossa tellurica ha indotto le autorità a privilegiare il trasferimento provvisorio di parte della popolazione nelle più sicure zone costiere, per poi avviare la ripresa produttiva e la ricostruzione dei tanti piccoli borghi devastati, che ricordano quanto accadde quarant’anni fa in Friuli.

 

Nel corso della cerimonia, aperta dal pievano e presidente della Fabbriceria del Duomo, mons. Roberto Bertossi, presente l’assessore regionale alla Cultura, Gianni Torrenti, sono intervenuti, tra gli altri, il sindaco di Venzone e presidente dei sindaci del Friuli terremotato, Fabio Di Bernardo, il direttore della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, Corrado Azzollini, Guido Biscontin, dell’Università Cà Foscari di Venezia, e i curatori del restauro delle statue.

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