La passione per quella che è stata una delle attrici più grandi della seconda metà dell’Ottocento, e per le vicende artistiche che ne hanno caratterizzato la carriera, l’ha portata a ricostruire, con grande dovizia di particolari, la sua esperienza sudamericana, e in particolare quella brasiliana. Così, dopo una lunga ricerca, è nato il libro “Un trionfo annunciato. Adelaide Ristori in America Latina con uno sguardo particolare al Brasile”, pubblicato da Keltia Editrice e firmato da Francesca Barraco.
L’autrice, siciliana di nascita e friulana d’adozione, laureata in Lingue e letterature straniere all’Università di Udine, ha trascorso un lungo periodo in Brasile e Argentina, dove si è occupata di corsi di lingua italiana per conto del Ministero degli Affari esteri. «Anni addietro – ha raccontato Barraco nel corso della recente presentazione del volume alla Casa di riposo Zaffiro di Tarcento (dove la scrittrice presta servizio come volontaria) – nell’ambito di un master di ricerca incentrato sulla presenza italiana nell’opera dello scrittore brasiliano Joaquim Maria Machado de Assis, mi sono imbattuta in tracce che testimoniavano la presenza di Ristori – nata a Cividale nel 1822 da una famiglia che faceva parte di una compagnia di attori ambulanti – in Brasile». Lo stesso Machado aveva scritto di lei, commentando per un quotidiano locale le sue esibizioni durante la prima tournée nel Paese (nel luglio 1869), evidenziando che l’attrice friulana non si limitava soltanto a recitare, ma creava e questo, a suo parere, lo poteva fare solo un genio.
Grazie a Barraco, nel volume è tratteggiato un ritratto della Ristori come donna e attrice, attraverso una vita piuttosto avventurosa che si è conclusa a Roma il 10 ottobre 1906. Il libro si apre con gli esordi esteri di Ristori, a partire dalla tournée parigina; poi vengono illustrati i suoi spettacoli in America Latina e, in particolare, in Brasile, la grande ammirazione che Machado de Assis nutrì per l’attrice (dedicandole critiche lusinghiere), l’elenco di tutte le opere portate sui palcoscenici di Rio de Janeiro nel 1869, e in America Latina nel corso di un tour mondiale. Non manca il racconto del suo legame con Cividale: era orgogliosa e fiera di potersi definire friulana, riporta l’autrice, evidenziando che in città c’è una statua che la ricorda, in piazza Foro Giulio Cesare, realizzata dallo scultore romano Antonio Maraini nella posa famosa del suo cavallo di battaglia, Medea.
«Mi sembra che la parte più bella del libro di Barraco sia la sua capacità di mostrare come una grande attrice si trasformi in un mito…», riporta nella prefazione Erica Saladini, docente all’Università federale della Bahia in Brasile. Aggiungendo che l’autrice «ci fa notare come il percorso di Ristori sia speciale, non solo perché avviene in un’epoca e in una società “prettamente maschilista”, ma perché ogni vittoria dell’attrice simboleggia anche la vittoria delle donne verso l’emancipazione e la conquista di uno spazio nel mondo».
Monika Pascolo













